Page 329 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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dell’immobilità della Terra: delle quali questa prima, presa da i cadenti a
          perpendicolo,  patisce  le  difficultà  che  avete  sentite;  le  quali  non  so  di

          quanto momento sieno parse al Sig. Simplicio, e però, prima che passare
          al cimento de gli altri argomenti, sarebbe bene ch’ei producesse se cosa

          ha da replicare in contrario.
          SIMP.  Quanto  a  questo  primo,  confesso  veramente  aver  sentito  varie

          sottigliezze alle quali non avevo pensato, e come che elle mi giungono
          nuove, non posso aver le risposte così in pronto. Ma questo, preso da i

          cadenti  a  perpendicolo,  non  l’ho  per  de  i  più  gagliardi  argomenti  per
          l’immobilità  della  Terra,  e  non  so  quello  che  accaderà  de  i  tiri
          dell’artiglierie, e massime di quelli contro al moto diurno.

          SAGR. Tanto mi desse fastidio il volar de gli uccelli, quanto mi fanno
          difficultà le artiglierie e tutte le altre esperienze arrecate di sopra! Ma

          questi uccelli, che ad arbitrio loro volano innanzi e ’n dietro e rigirano in
          mille modi, e, quel che importa più, stanno le ore intere sospesi per aria,
          questi, dico, mi scompigliano la fantasia, né so intendere come tra tante

          girandole e’ non ismarriscano il moto della Terra, o come e’ possin tener
          dietro a una tanta velocità, che finalmente supera a parecchi e parecchi

          doppi il lor volo.
          SALV.  Veramente  il  dubitar  vostro  non  è  senza  ragione,  e  forse  il

          Copernico  stesso  non  ne  dovette  trovar  scioglimento  di  sua  intera
          sodisfazione, e perciò per avventura lo tacque; se ben anco nell’esaminar

          l’altre ragioni in contrario fu assai conciso, credo per altezza d’ingegno,
          e fondato su maggiori e più alte contemplazioni, nel modo che i leoni
          poco si muovono per l’importuno abbaiar de i picciol cani. Serberemo

          dunque l’instanza de gli uccelli in ultimo, e ’n tanto cercheremo di dar
          sodisfazione al Sig. Simplicio nell’altre, col mostrargli, al modo solito,

          che  egli  stesso  ha  le  soluzioni  in  mano,  se  bene  non  se  n’accorge.  E
          facendo principio da i tiri di volata, fatti, col medesimo pezzo polvere e

          palla, l’uno verso oriente e l’altro verso occidente, dicami qual cosa sia
          quella  che  lo  muove  a  credere  che  ’l  tiro  verso  occidente  (quando  la

          revoluzion diurna fusse del globo terrestre) dovrebbe riuscir più lungo
          assai che l’altro verso levante.
                                             SIMP. Muovomi a così credere, perché nel tiro
            Motivo per il quale
            par che ’l tiro                  verso  levante  la  palla,  mentre  che  è  fuori
                                             dell’artiglieria,        viene       seguita       dall’istessa
            d’artiglieria verso

            ponente debba riuscir            artiglieria,  la  quale,  portata  dalla  Terra,  pur
                                             velocemente  corre  verso  la  medesima  parte,



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