Page 325 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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si faccia tal accelerazione: problema, che sin qui non credo che sia stato
          saputo da filosofo né da matematico alcuno, ancorché da filosofi, ed in

          particolare  Peripatetici,  sieno  stati  volumi  intieri,  e  grandissimi,  scritti
          intorno al moto.

          SIMP. I filosofi si occupano sopra gli universali principalmente; trovano
          le definizioni ed i più comuni sintomi, lasciando poi certe sottigliezze e

          certi tritumi, che son poi più tosto curiosità, a i matematici: ed Aristotile
          si  è  contentato  di  definire  eccellentemente  che  cosa  sia  il  moto  in

          universale,  e  del  locale  mostrare  i  principali  attributi,  cioè  che  altro  è
          naturale, altro violento, che altro è semplice, altro è composto, che altro
          è equabile, altro accelerato; e dell’accelerato si è contentato di render la

          ragione  dell’accelerazione,  lasciando  poi  l’investigazione  della
          proporzione  di  tale  accelerazione  e  di  altri  più  particolari  accidenti  al

          mecanico o ad altro inferiore artista.
          SAGR. Tutto bene, Sig. Simplicio mio. Ma voi, Sig. Salviati, calandovi
          talvolta dal trono della maestà peripatetica, avete mai scherzato intorno

          all’investigazione di questa proporzione dell’accelerazione del moto de’
          gravi descendenti?

          SALV.  Non  mi  è  stato  bisogno  di  pensarvi,  attesoché  l’Accademico,
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          nostro comun amico, mi mostrò già un suo trattato del moto,  dove era
          dimostrato questo, con molti altri accidenti; ma troppo gran digressione

          sarebbe  se  per  questo  volessimo  interromper  il  presente  discorso,  che
          pure esso ancora è una digressione, e far, come si dice, una commedia in
          commedia.

          SAGR.  Mi  contento  d’assolvervi  da  tal  narrazione  per  al  presente,  con
          patto però che questa sia una delle proposizioni riservata da esaminarsi

          tra  le  altre  in  altra  particolar  sessione,  perché  tal  notizia  è  da  me
          desideratissima: ed intanto torniamo alla linea descritta dal grave cadente
          dalla sommità della torre sino alla sua base.

          SALV.  Quando  il  movimento  retto  verso  il  centro  della  Terra  fusse
          uniforme, essendo anco uniforme il circolare verso oriente, si verrebbe a

          comporre di amendue un moto per una linea spirale, di quelle definite da
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          Archimede   nel  libro  delle  sue  spirali,  che  sono  quando  un  punto  si
          muove  uniformemente  sopra  una  linea  retta,  mentre  essa  pur
          uniformemente si gira intorno a un de i suoi estremi punti, fisso come

          centro del suo rivolgimento. Ma perché il moto retto del grave cadente è
          continuamente  accelerato,  è  forza  che  la  linea  del  composto  de  i  due





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