Page 321 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SIMP. Andrà la ruzzola girando per terra verso quella parte dove tendono
          le parti sue superiori.

          SAGR. E perché non dove tendono le contrarie, cioè quelle che toccan
          terra?

          SIMP.  Perché  quelle  di  terra  vengono  impedite  dall’asprezza  del
          toccamento, cioè dall’istessa scabrosità della terra; ma le superiori, che

          sono nell’aria tenue e cedente, sono impedite pochissimo o niente, e però
          la ruzzola andrà per il loro verso.

          SAGR. Talché quell’attaccarsi, per così dire, le parti di sotto alla terra, fa
          ch’elle restano, e solo si spingono avanti le superiori.
          SALV. E però quando la ruzzola cadesse sul ghiaccio o altra superficie

          pulitissima,  non  così  bene  scorrerebbe  innanzi,  ma  potrebbe  per
          avventura  continuar  di  girare  in  sè  stessa,  senza  acquistar  altro  moto

          progressivo.
          SAGR. È facil cosa che così seguisse; ma almeno non così speditamente
          andrebbe ruzzolando, come cadendo su la superficie alquanto aspra. Ma

          dicami il Sig. Simplicio: quando la ruzzola, girando velocemente in sé
          stessa, vien lasciata cadere, perché non va ella anche per aria innanzi,

          come fa poi quando è in terra?
          SIMP. Perché, avendo aria di sopra e di sotto, né queste parti né quelle

          hanno dove attaccarsi, e non avendo occasione di andar più innanzi che
          indietro, cade a piombo.

          SAGR.  Talché  la  sola  vertigine  in  sé  stessa,  senz’altro  impeto,  può
          spigner  la  ruzzola,  arrivata  che  sia  in  terra,  assai  velocemente.  Or
          venghiamo al resto. Quello spago che il ruzzolante si lega al braccio, e

          col quale, avvolto intorno alla ruzzola, e’ la tira, che effetto fa in essa?
          SIMP. La costringe a girare in sé stessa, per isvilupparsi dalla corda.

          SAGR. Talché quando la ruzzola arriva in terra, ella vi giugne girando in
          sé stessa, mercé dello spago. Non ha ella dunque cagione in sé stessa di

          muoversi più velocemente per terra, che ella non faceva mentre era per
          aria?

          SIMP.  Certo  sì:  perché  per  aria  non  aveva  altro  impulso  che  quel  del
          braccio del proiciente, e se ben aveva ancor la vertigine, questa (come si
          è detto) per aria non spigne punto; ma arrivando in terra, al moto del

          braccio  s’aggiugne  la  progressione  della  vertigine,  onde  la  velocità  si
          raddoppia. E già intendo benissimo che rimbalzando la ruzzola in alto, la

          sua velocità scemerà, perché l’aiuto della circolazione gli manca; e nel
          ricadere  in  terra  lo  viene  a  racquistare,  e  però  torna  a  muoversi  più



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