Page 320 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SAGR. E di questo, Sig. Simplicio, non vi darebbe l’animo di sapere la
ragione, senza altrui insegnamento?
SIMP. Sì bene, sì bene; ma lasciamo le beffe.
SAGR. Tanto sapete ancora la ragion di quest’altro. Ditemi dunque:
sapete che una cosa che si muova, quando vien impedita si ferma?
SIMP. Sollo; quando però l’impedimento è tanto che basti.
SAGR. Sapete voi che maggiore impedimento arreca al mobile l’avere a
muoversi per terra che per aria, essendo la terra scabrosa e dura, e l’aria
molle e cedente?
SIMP. E perché so questo, so che la ruzzola andrà più veloce per aria che
per terra; talché il mio sapere è tutto all’opposito di quel che voi stimavi.
SAGR. Adagio, Sig. Simplicio. Sapete voi che nelle parti di un mobile
che giri intorno al suo centro, si ritrovano movimenti verso tutte le
bande? sì che altre ascendono, altre descendono, altre vanno innanzi,
altre all’indietro?
SIMP. Lo so, ed Aristotile me l’ha insegnato.
SAGR. E con qual dimostrazione? ditemela di grazia.
SIMP. Con quella del senso.
SAGR. Adunque Aristotile vi ha fatto vedere quel che senza lui non
avereste veduto? avrebbev’egli prestato mai i suoi occhi? Voi volevi dire
che Aristotile ve l’aveva detto, avvertito, ricordato, e non insegnato.
Quando dunque una ruzzola, senza mutar luogo, gira in sé stessa, non
parallela, ma eretta all’orizonte, alcune sue parti ascendono, le opposte
descendono, le superiori vanno per un verso, l’inferiori per il contrario.
Figuratevi ora una ruzzola che, senza mutar luogo, velocemente giri in sé
stessa e stia sospesa in aria, e che, in tal guisa girando, sia lasciata cadere
in terra a perpendicolo: credete voi che arrivata che ella sarà in terra,
seguiterà di girare in sé stessa senza mutar luogo, come prima?
SIMP. Signor no.
SAGR. Ma che farà?
SIMP. Correrà per terra velocemente.
SAGR. E verso qual parte?
SIMP. Verso quella dove la porterà la sua vertigine.
SAGR. Nella sua vertigine ci son delle parti, cioè le superiori, che si
muovono al contrario delle inferiori; però bisogna dire a quali ella
ubidirà: ché quanto alle parti ascendenti e descendenti, l’une non
cederanno all’altre, né ’l tutto andrà in giù, impedito dalla terra, né in su,
per esser grave.
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