Page 315 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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spiri vento gagliardo, una posata per il filo del vento e l’altra
intraversata, il vento porterà via speditamente questa e lascierà star
l’altra: ed il medesimo par che dovesse accadere, quando la dottrina
d’Aristotile fusse vera, delle due tirate con l’arco; imperocché la traversa
vien cacciata da una gran quantità dell’aria mossa dalla corda, cioè da
tanta quanta è la sua lunghezza, dove che l’altra freccia non riceve
impulso da più aria che si sia il piccolissimo cerchietto della sua
grossezza: ed io non so immaginarmi la cagione di tal diversità, e
desidererei di saperla.
SIMP. La causa mi par assai manifesta, ed è perché la freccia tirata per
punta ha a penetrar poca quantità d’aria, e l’altra ne ha da fender tanta
quanta è tutta la sua lunghezza.
SAGR. Adunque le freccie tirate hanno a penetrar l’aria? Oh se l’aria va
con loro, anzi è quella che le conduce, che penetrazione vi può essere?
non vedete voi che a questo modo bisognerebbe che la freccia si
movesse con maggior velocità che l’aria? e questa maggior velocità, chi
la conferisce alla freccia? vorrete voi dir che l’aria le dia velocità
maggiore della sua propria? Intendete dunque,
Il mezo impedisce
Sig. Simplicio, che ’l negozio procede per ’l moto de’ proietti, e
l’appunto a rovescio di quel che dice Aristotile,
non lo conferisce.
e che tanto è falso che ’l mezo conferisca il
moto al proietto, quanto è vero che egli solo è che gli arreca
impedimento: e inteso questo, intenderete senza trovar difficultà che
quando l’aria si muove veramente, molto meglio porta seco la freccia per
traverso che per lo dritto, perché molta è l’aria che la spigne in quella
postura, e pochissima in questa; ma tirate con l’arco, perché l’aria sta
ferma, la freccia traversa, percotendo in molt’aria, molto viene impedita,
e l’altra per punta facilissimamente supera l’ostacolo della minima
quantità d’aria che se le oppone.
SALV. Quante proposizioni ho io notate in Aristotile (intendendo sempre
nella filosofia naturale), che sono non pur false, ma false in maniera, che
la sua diametralmente contraria è vera, come accade di questa! Ma
seguitando il nostro proposito, credo che il Sig. Simplicio resti persuaso
che dal veder cader la pietra nel medesimo luogo sempre, non si possa
conietturare circa il moto o la stabilità della nave; e quando il detto sin
qui non gli bastasse, ci è l’esperienza di mezo, che lo potrà del tutto
assicurare: nella quale esperienza, al più che e’ potesse vedere, sarebbe il
rimanere indietro il mobile cadente, quando e’ fusse di materia assai
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