Page 333 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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giorno per l’immaginativa mentre navigava nel viaggio di Aleppo, dove
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                                       andava  consolo  della  nostra  nazione;   e  forse
            Caso notabile del
                                       potrebb’esser di qualche aiuto, per esplicar questo
            Sagredo per
            mostrar il nulla           nulla  operare  del  moto  comune  ed  esser  come  se
                                       non fusse per tutti i participanti di quello: e voglio,
            operare del moto
                                       se così piace al Sig. Simplicio, discorrer seco quello
            comune.
                                       che allora fantasticava da me solo.
          SIMP. La novità delle cose che sento mi fa curioso, non che tollerante, di

          ascoltare: però dite pure.
          SAGR. Se la punta di una penna da scrivere, che fusse stata in nave per

          tutta la mia navigazione da Venezia sino in Alessandretta, avesse avuto
          facultà di lasciar visibil segno di tutto il suo viaggio, che vestigio, che

          nota, che linea, avrebb’ella lasciata?
          SIMP.  Avrebbe  lasciato  una  linea  distesa  da  Venezia  sin  là,  non
          perfettamente diritta o, per dir meglio, distesa in perfetto arco di cerchio,

          ma dove più e dove meno flessuosa, secondo che il vassello fusse andato
          or  più  or  meno  fluttuando;  ma  questo  inflettersi  in  alcuni  luoghi  un

          braccio o due, a destra o a sinistra, in alto o a basso, in una lunghezza di
          molte  centinaia  di  miglia  piccola  alterazione  arebbe  arrecato  all’intero

          tratto della linea, sì che a pena sarebbe stato sensibile, e senza error di
          momento si sarebbe potuta chiamare una parte d’arco perfetto.

          SAGR.  Sì  che  il  vero,  vero,  verissimo  moto  di  quella  punta  di  penna
          sarebbe  anco  stato  un  arco  di  cerchio  perfetto,  quando  il  moto  del
          vassello, tolta la fluttuazion dell’onde, fusse stato placido e tranquillo. E

          se  io  avessi  tenuta  continuamente  quella  medesima  penna  in  mano,  e
          solamente  l’avessi  talvolta  mossa  un  dito  o  due  in  qua  o  in  là,  qual

          alterazione arei io arrecata a quel suo principale e lunghissimo tratto?
          SIMP.  Minore  di  quella  che  arrecherebbe  a  una  linea  retta  lunga  mille
          braccia  il  declinar  in  varii  luoghi  dall’assoluta  rettitudine  quanto  è  un

          occhio di pulce.
          SAGR. Quando dunque un pittore nel partirsi dal porto avesse cominciato

          a disegnar sopra una carta con quella penna, e continuato il disegno sino
          in Alessandretta, avrebbe potuto cavar dal moto di quella un’intera storia

          di molte figure perfettamente dintornate e tratteggiate per mille e mille
          versi,  con  paesi,  fabbriche,  animali  ed  altre  cose,  se  ben  tutto  il  vero,

          reale ed essenzial movimento segnato dalla punta di quella penna non
          sarebbe stato altro che una ben lunga ma semplicissima linea; e quanto





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