Page 340 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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la canna si terrà a segno co ’l moto. E di qui depende la propria risposta
all’altro argomento del tirar con l’artiglieria al berzaglio posto verso
mezogiorno o verso settentrione; dove si instava che quando la Terra si
movesse, i tiri riuscirebber tutti costieri verso occidente, perché nel
tempo che la palla, uscita del pezzo, va per aria al segno, quello, portato
verso levante, si lascia la palla per ponente. Rispondo dunque
domandando se, aggiustata che si sia l’artiglieria al segno e lasciata star
così, ella continua a rimirar sempre l’istesso segno, muovasi la Terra o
stia ferma. Convien rispondere che la mira non si muta altrimenti,
perché, se lo scopo sta fermo, l’artiglieria parimente sta ferma, e se
quello, portato dalla Terra, si muove, muovesi con l’istesso tenore
l’artiglieria ancora; e mantenendosi la mira, il tiro riesce sempre giusto,
come per le cose dette di sopra è manifesto.
SAGR. Fermate un poco in grazia, Sig. Salviati, sin che io proponga alcun
pensiero che mi si è mosso intorno a questi imberciatori d’uccelli
volanti: il modo dell’operar de’ quali credo che sia qual voi dite, e credo
che l’effetto parimente segua del ferir l’uccello; ma non mi par già che
tale operazione sia del tutto conforme a questa de i tiri dell’artiglieria, li
quali debbon colpire tanto nel moto del pezzo e dello scopo, quanto nella
quiete comune di amendue: e le difformità mi paion queste. Nel tiro
dell’artiglieria, essa e lo scopo si muovono con velocità eguale, sendo
portati amendue dal moto del globo terrestre; e se ben tal volta l’esser il
pezzo piantato più verso il polo che il berzaglio, ed in conseguenza il suo
moto alquanto più tardo, come fatto in minor cerchio, tal differenza è
insensibile, per la poca lontananza dal pezzo al segno: ma nel tiro
dell’imberciatore il moto dell’archibuso, col quale va seguitando
l’uccello, è tardissimo in comparazion del volo di quello; dal che mi par
che ne séguiti che quel piccol moto che conferisce il volger della canna
alla palla che vi è dentro, non possa, uscita che ella è, multiplicarsi per
aria sino alla velocità del volo dell’uccello, in modo che essa palla se gli
mantenga sempre indirizzata, anzi par ch’e’ debba anticiparla e
lasciarsela alla coda. Aggiugnesi che in questo atto l’aria per la quale
debbe passar la palla non si suppone che abbia il moto dell’uccello; ma
ben nel caso dell’artiglieria essa e ’l berzaglio e l’aria intermedia
participano egualmente il moto universal diurno. Talché del colpire
dell’imberciatore crederei che ne fusser cagioni, oltre al secondar il volo
col moto della canna, l’anticiparlo alquanto, con tener la mira innanzi, ed
oltr’a ciò il tirar (com’io credo) non con una sola palla, ma con buon
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