Page 286 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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può  fare  con  manco  mezi»,  s’intende  che  quel  che  si  ha  da  fare  deva
          esser la medesima cosa, e non due cose differenti, e perché la medesima

          cosa  non  può  dirsi  egualmente  ben  fatta  come  sé  medesima,  adunque
          l’aggiunta  della  particola  «egualmente  bene»  è  superflua  ed  una

          relazione che ha un termine solo.
          SAGR.  Se  noi  non  vogliamo  che  ci  intervenga  come  ieri,  ritornisi  di

          grazia  nella  materia,  ed  il  Sig.  Simplicio  cominci  a  produr  quelle
          difficultà  che  gli  paiono  contrarianti  a  questa  nuova  disposizione  del

          mondo.
          SIMP. La disposizione non è nuova, anzi antichissima; e che ciò sia vero,
          Aristotile la confuta, e le sue confutazioni son queste. «Prima, se la Terra

                                         si movesse o in sé stessa, stando nel centro, o in
            Ragioni d’Aristotile
            per la quiete della          cerchio, essendo fuor del centro, è necessario che
                                         violentemente ella si movesse di tal moto, imperò
            Terra.
                                         che  e’  non  è  suo  naturale;  ché  s’e’  fusse  suo,
          l’avrebbe  ancora  ogni  sua  particella;  ma  ognuna  di  loro  si  muove  per

          linea  retta  al  centro:  essendo  dunque  violento  e  preternaturale,  non
          potrebbe  essere  sempiterno:  ma  l’ordine  del  mondo  è  sempiterno:

          adunque etc. Secondariamente, tutti gli altri mobili di moto circolare par
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          che restino indietro e si muovano di più di un moto,  trattone però il
          primo  mobile:  per  lo  che  sarebbe  necessario  che  la  Terra  ancora  si

          movesse di due moti; e quando ciò fosse, bisognerebbe di necessità che
          si facessero mutazioni nelle stelle fisse: il che non si vede, anzi senza
          variazione  alcuna  le  medesime  stelle  nascono  sempre  da  i  medesimi

          luoghi, e ne i medesimi tramontano. Terzo, il moto delle parti e del tutto
          è naturalmente al centro dell’universo, e per questo ancora in esso si sta.

          Muove  poi  la  dubitazione  se  il  moto  delle  parti  è  per  andare
          naturalmente  al  centro  dell’universo,  o  pure  al  centro  della  Terra;  e
          conclude, esser suo instinto proprio di andare al centro dell’universo, e

          per  accidente  al  centro  della  Terra:  del  qual  dubbio  si  discorse  ieri  a
          lungo.  Conferma  finalmente  l’istesso  col  quarto  argomento  preso

          dall’esperienza de’ gravi, li quali, cadendo da alto a basso, vengono a
          perpendicolo sopra la superficie della Terra; e medesimamente i proietti

          tirati  a  perpendicolo  in  alto,  a  perpendicolo  per  le  medesime  linee
          ritornano  a  basso,  quando  bene  fussero  stati  tirati  in  immensa  altezza:

          argomenti necessariamente concludenti, il moto loro esser al centro della
          Terra,  che  senza  punto  muoversi  gli  aspetta  e  riceve.  Accenna  poi  in





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