Page 291 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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dottrina peripatetica ho cercato d’intendere se mai alcuno di loro ha
tenuto l’altra opinione, e parimente non ne ho trovato alcuno. Là onde,
considerando io come nessun è che segua l’opinion del Copernico, che
non sia stato prima della contraria e che non sia benissimo informato
delle ragioni di Aristotile e di Tolomeo, e che all’incontro nissuno è de’
seguaci di Tolomeo e d’Aristotile, che sia stato per addietro
dell’opinione del Copernico e quella abbia lasciata per venire in quella
d’Aristotile, considerando, dico, queste cose, cominciai a credere che
uno che lascia un’opinione imbevuta col latte e seguita da infiniti, per
venire in un’altra da pochissimi seguita, e negata da tutte le scuole e che
veramente sembra un paradosso grandissimo, bisognasse per necessità
che fusse mosso, per non dir forzato, da ragioni più efficaci. Per questo
son io divenuto curiosissimo di toccar, come si dice, il fondo di questo
negozio, e reputo a mia gran ventura l’incontro di amendue voi, da i
quali io possa senza veruna fatica sentir tutto quel ch’è stato detto, e
forse che si può dire, in questa materia, sicuro di dover esser, in virtù de’
vostri ragionamenti, cavato di dubbio e posto in istato di certezza.
SIMP. Ma purché l’opinione e la speranza non vi vadia fallita, e che in
ultimo non vi troviate più confuso che prima.
SAGR. Mi par d’esser sicuro che cotesto non possa intervenire in veruna
maniera.
SIMP. E perché no? Io son buon testimonio a me medesimo, che quanto
più si va avanti, più mi confondo.
SAGR. Cotesto è indizio che quelle ragioni che sin qui vi erano parse
concludenti, e vi tenevano sicuro della verità della vostra opinione,
cominciano a mutare aspetto nella vostra mente ed a lasciarvi pian piano,
se non passare, almeno inclinare verso la contraria. Ma io, che sono, e
sono stato sin ora, indifferente, confido grandemente d’avermi a ridurre
in quiete e in sicurezza; e voi stesso non me lo negherete, se volete sentir
qual cosa mi persuada a così sperare.
SIMP. La sentirò volentieri, e non men grato mi sarebbe che in me
operasse il medesimo effetto.
SAGR. Favoritemi dunque di rispondere alle mie interrogazioni. E prima,
ditemi, Sig. Simplicio: non è la conclusione della quale noi cerchiamo la
cognizione, se si deva tener, con Aristotile e Tolomeo, che stando ferma
la Terra sola nel centro dell’universo, i corpi celesti si muovano tutti; o
pur se, stando ferma la sfera stellata ed il Sole nel centro, la Terra ne sia
fuori, e siano suoi quei movimenti che ci appariscono esser del Sole e
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