Page 275 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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impercettibile  e  come  s’e’  non  fusse,  mentre  che  noi  riguardiamo
          solamente  alle  cose  terrestri;  ma  è  bene,  all’incontro,  altrettanto

          necessario che il medesimo movimento ci si rappresenti comunissimo di
          tutti gli altri corpi ed oggetti visibili che, essendo separati dalla Terra,

          mancano di quello. A tal che il vero metodo per
                                                                              Della Terra non
          investigare se moto alcuno si può attribuire alla
                                                                              possono esser altri
          Terra, e, potendosi, quale e’ sia, è il considerare
                                                                              movimenti che quelli
          ed osservare se ne i corpi separati dalla Terra si
                                                                              che a noi appariscono
          scorge apparenza alcuna di movimento, il quale                      esser comuni
          egualmente  competa  a  tutti;  perché  un  moto
                                                                              di tutto ’l resto
          che solamente si scorgesse, v. g., nella Luna, e                    dell’universo, trattone

          che non avesse che far niente con Venere o con
                                                                              la Terra.
          Giove  né  con  altre  stelle,  non  potrebbe  in

                                                  veruna maniera esser della Terra, né di altri
            Moto diurno si
            mostra comunissimo a                  che  della  Luna.  Ora,  ci  è  un  moto
                                                  generalissimo  e  massimo  sopra  tutti,  ed  è
            tutto l’universo,
                                                  quello per il quale il Sole, la Luna, gli altri
            trattone il globo terrestre.
                                                  pianeti  e  le  stelle  fisse,  ed  in  somma

          l’universo  tutto,  trattane  la  sola  Terra,  ci  appariscono  unitamente
          muoversi  da  oriente  verso  occidente  dentro  allo  spazio  di  venti

          quattr’ore,  e  questo,  in  quanto  a  questa  prima  apparenza,  non  ha
                                           repugnanza di potere esser tanto della Terra sola,
            Aristotile e Tolomeo

            argomentano contro             quanto  di  tutto  il  resto  del  mondo,  trattone  la
                                           Terra;  imperocché  le  medesime  apparenze  si
            al moto diurno
                                           vedrebbero  tanto  nell’una  posizione  quanto
            attribuito alla Terra.
                                           nell’altra.  Quindi  è  che  Aristotile  e  Tolomeo,
          come  quelli  che  avevano  penetrata  questa  considerazione,  nel  voler

          provare  la  Terra  esser  immobile,  non  argumentano  contro  ad  altro
          movimento che a questo diurno; salvo però che Aristotile tocca un non

          so  che  contro  ad  un  altro  moto  attribuitogli  da  un  antico,  del  quale
          parleremo a suo luogo.          12

          SAGR. Io resto molto ben capace della necessità con la quale conclude il
          vostro discorso, ma mi nasce un dubbio, del quale non so liberarmi: e

          questo  è,  che  attribuendo  il  Copernico  alla  Terra  un  altro  movimento
          oltre al diurno, il quale, per la regola pur ora dichiarata, dovrebbe restare

          a  noi,  quanto  all’apparenza,  impercettibile  nella  Terra,  ma  visibile  in
          tutto il resto del mondo, parmi di poter necessariamente concludere, o





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