Page 270 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 270

scienze,  e  con  pochissimo  studio  altri  se  ne  può  formare  una
          perfettissima idea: e questo è l’alfabeto; e non è dubbio che quello che

          saprà  ben  accoppiare  e  ordinare  questa  e  quella  vocale  con  quelle
          consonanti  o  con  quell’altre,  ne  caverà  le  risposte  verissime  a  tutti  i

          dubbi e ne trarrà gli insegnamenti di tutte le scienze e di tutte le arti, in
          quella  maniera  appunto  che  il  pittore  da  i  semplici  colori  diversi,

          separatamente posti sopra la tavolozza, va, con l’accozzare un poco di
          questo con un poco di quello e di quell’altro, figurando uomini, piante,

          fabbriche, uccelli, pesci, ed in somma imitando tutti gli oggetti visibili,
          senza che su la tavolozza sieno né occhi né penne né squamme né foglie
          né  sassi:  anzi  pure  è  necessario  che  nessuna  delle  cose  da  imitarsi,  o

          parte  alcuna  di  quelle,  sieno  attualmente  tra  i  colori,  volendo  che  con
          essi si possano rappresentare tutte le cose; ché se vi fussero, v. g., penne,

          queste non servirebbero per dipignere altro che uccelli o pennacchi.
          SALV. È son vivi e sani alcuni gentil uomini che furon presenti quando
          un  dottor  leggente  in  uno  Studio  famoso,  nel  sentir  circoscrivere  il

                                           telescopio,  da  sé  non  ancor  veduto,  disse  che
            Invenzione del
                                           l’invenzione  era  presa  da  Aristotile;  e  fattosi
            telescopio cavata da
                                           portare un testo, trovò certo luogo dove si rende
            Aristotile.
                                           la  ragione  onde  avvenga  che  dal  fondo  d’un

                                                                                               3
          pozzo molto cupo si possano di giorno veder le stelle in cielo;  e disse a i
          circostanti:  «Eccovi  il  pozzo,  che  denota  il  cannone;  eccovi  i  vapori
          grossi, da i quali è tolta l’invenzione de i cristalli; ed eccovi finalmente
          fortificata la vista nel passare i raggi per il diafano più denso e oscuro».

          SAGR. Questo è un modo di contener tutti gli scibili assai simile a quello
          col quale un marmo contiene in sé una bellissima, anzi mille bellissime

          statue; ma il punto sta a saperle scoprire: o vogliam dire che e’ sia simile
                                                  4
          alle profezie di Giovacchino  o a’ responsi degli oracoli de’ gentili, che
          non s’intendono se non doppo gli eventi delle cose profetizate.
          SALV.  E  dove  lasciate  voi  le  predizioni  de’  genetliaci,  che  tanto

          chiaramente  doppo  l’esito  si  veggono  nel  tema  o  vogliam  dire  nella
          figura celeste?     5

          SAGR.  In  questa  guisa  trovano  gli  alchimisti,  guidati  dall’umor
          melanconico, tutti i più elevati ingegni del mondo non aver veramente

          scritto mai d’altro che del modo di far l’oro,
                                                                             Alchimisti interpretano
          ma,  per  dirlo  senza  palesarlo  al  volgo,  esser
                                                                             le favole de’
          andati ghiribizando chi questa e chi quell’altra
                                                                             poeti per segreti da



                                                          270
   265   266   267   268   269   270   271   272   273   274   275