Page 266 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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inteso  nell’accezione  geometrica,  predecessore  storico  del  significato  algebrico  o
          aritmetico  di  «seconda  potenza».  In  secondo  luogo,  è  opportuno  ricordare  che  le
          proposizioni  35  ss.  con  le  relative  dimostrazioni  stabiliscono  l’equivalenza  di  varie
          figure piane. Così per esempio, la 35 afferma che «Parallelogrammi che siano [posti]
          sulla stessa base e fra le stesse parallele sono uguali fra loro» – il termine greco è íson,
          che qui ha il significato, non di uguaglianza di forma, bensì di uguaglianza di superficie.
          Lo stesso si potrebbe precisare circa la proposizione 37 secondo la quale «Triangoli che
          siano posti sulla stessa base e tra le stesse parallele sono uguali fra loro». Orbene, la
          dimostrazione del teorema di Pitagora si basa, precisamente, su questi teoremi che, in
          ultima  istanza,  costituiscono  casi  particolari  del  principio  più  generale  che  Galileo

          formula  per  ultimo,  quello  dell’uguaglianza  delle  figure  con  la  stessa  area.  Questo
          potrebbe forse essere inteso come un’illustrazione dei passi via via più elementari, che
          ci  porterebbero  a  quelle  che  Euclide  chiama  «nozioni  comuni»  le  quali,  insieme  ai
          postulati, costituiscono il passo precedente e la base delle successive proposizioni. In
          altre parole, Galileo sembra qui esporre un esempio dei successivi passi o «transiti»,
          come  dice  più  avanti,  che  la  mente  umana  deve  compiere  nella  conoscenza  della
          geometria. (Le citazioni sono tratte da Euclide, 1970, pp. 131, 133.)




























































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