Page 255 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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darle l’importanza che altrimenti potrebbe avere. Anche più avanti Galileo continua a
mantenere aperto il problema (Opere, VII, p. 82. Vedasi però anche Opere, VII, p. 264).
51 Tycho Brahe (1546-1601) fu l’astronomo più importante della seconda metà del
secolo XVI. Le sue osservazioni, assai più precise di quelle dei suoi predecessori e
contemporanei, per la prima volta eseguite ripetutamente e sistematicamente, fornirono i
dati d’osservazione necessari alla spiegazione di qualsiasi teoria astronomica,
sostituendo il caos di osservazioni accumulate e molte volte erronee, dal quale
dipendevano fino allora gli astronomi. Se ne avvalse Keplero per giungere alla
soluzione del movimento planetario. Le scoperte delle novae del 1572 e del 1604, nelle
costellazioni di Cassiopea e del Serpentario, che, grazie alla sua precisione, Tycho
collocò al di là di Saturno, e lo studio delle traiettorie di varie comete che, come
dedusse, attraversarono le orbite dei pianeti, contribuirono in maniera decisiva
all’abbandono della credenza nell’inalterabilità rispettivamente dei cieli e delle sfere
celesti. Nel suo sistema astronomico, i pianeti orbitano intorno al Sole che, a sua volta
compie come la Luna la sua rivoluzione intorno alla Terra, situata al centro
dell’universo e immobile. Questo sistema geo-eliocentrico assicurava cospicui vantaggi
ed ebbe notevole successo. In realtà, il sistema di Tycho era quello che poteva
rappresentare, ed effettivamente costituì, soprattutto nei paesi cattolici, un’autentica
alternativa al copernicanesimo, sia in senso storico che teorico. Da un lato era infatti il
sistema che, per varie ragioni, tra cui la condanna del copernicanesimo nel 1616, era
stato adottato effettivamente da molti astronomi, specialmente cattolici; dall’altro, non
era esposto alle grandi difficoltà fisiche alle quali doveva far fronte il sistema
eliocentrico e, dal punto di vista astronomico, si sottraeva anche all’argomento della
parallasse, grande scoglio del sistema copernicano.
Il silenzio di Galileo nei confronti del sistema tychonico può sembrare sorprendente e,
in un certo senso, senza dubbio lo è. Ma le differenze e i vantaggi del sistema di Tycho
apparivano manifesti solo nell’ambito dell’astronomia tecnica e Galileo, nel Dialogo, in
nessun momento vuole metter becco nelle questioni astronomiche tecniche. Inoltre, era
convinto che il telescopio avesse reso evidenti certi fondamentali errori nelle
osservazioni di Tycho. Nei suoi calcoli e argomenti anticopernicani, Tycho si era
lasciato ingannare dalla grandezza apparente delle stelle. Ma il telescopio eliminava
l’irradiazione stellare, riducendo in misura enorme la loro grandezza e invalidando gli
argomenti di Tycho. Lo affermava Galileo in una lettera del 30 dicembre 1610 a Clavio
(Opere, X, p. 500; si vedano anche le sue argomentazioni nel Saggiatore, Opere, VI, pp.
271 ss.). Inoltre, il fatto che Tycho attribuisse una traiettoria ovale, e quindi una linea
«irregolare», «indefinibile», alle comete, a Galileo sembrava che una spiegazione
fondata su linee irregolari non fosse «punto migliore delle simpatie, antipatie, proprietà
occulte» ecc. Ovviamente, Galileo censura Grassi, ma la tesi era di Tycho (Opere, VI,
pp. 243-244). La cosa più importante è però che nel Dialogo Galileo si pone, con vivo
interesse, il problema del moto della Terra, ed è questo senza dubbio il punto
fondamentale che contrappone il sistema copernicano agli altri; sotto questo profilo, il
sistema di Tycho non si differenziava assolutamente dal geocentrismo più tradizionale.
Una tesi assai più azzardata e contorta è reperibile in Howard Margolis, 1991, secondo il
quale, sebbene Galileo si riferisca costantemente a Tolomeo, in realtà contrappone il
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