Page 241 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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dell’ingegno umano; e mentre io discorro per tante e tanto maravigliose
invenzioni trovate da gli uomini, sì nelle arti come nelle lettere, e poi fo
reflessione sopra il saper mio, tanto lontano dal potersi promettere non
solo di ritrovarne alcuna di nuovo, ma anco di apprendere delle già
ritrovate, confuso dallo stupore ed afflitto dalla
Ingegno umano
disperazione, mi reputo poco meno che infelice.
mirabile in acuteza.
S’io guardo alcuna statua delle eccellenti, dico a
me medesimo: «E quando sapresti levare il soverchio da un pezzo di
marmo, e scoprire sì bella figura che vi era nascosa? quando mescolare e
distendere sopra una tela o parete colori diversi, e con essi rappresentare
tutti gli oggetti visibili, come un Michelagnolo, un Raffaello, un
Tiziano?» S’io guardo quel che hanno ritrovato gli uomini nel compartir
gl’intervalli musici, nello stabilir precetti e regole per potergli maneggiar
con diletto mirabile dell’udito, quando potrò io finir di stupire? Che dirò
de i tanti e sì diversi strumenti? La lettura de i poeti eccellenti di qual
meraviglia riempie chi attentamente considera l’invenzion de’ concetti e
la spiegatura loro? Che diremo dell’architettura? che dell’arte
navigatoria? Ma sopra tutte le invenzioni
L’invenzione dello
stupende, qual eminenza di mente fu quella di scrivere stupenda sopra
colui che s’immaginò di trovar modo di
tutte l’altre.
comunicare i suoi più reconditi pensieri a
qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di
luogo e di tempo? parlare con quelli che son nell’Indie, parlare a quelli
che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e dieci mila
anni? e con qual facilità? con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi
sopra una carta. Sia questo il sigillo di tutte le ammirande invenzioni
umane, e la chiusa de’ nostri ragionamenti di questo giorno: ed essendo
passate le ore più calde, il Sig. Salviati, penso io che avrà gusto di andare
a godere de i nostri freschi in barca; e domani vi starò attendendo
amendue per continuare i discorsi cominciati, etc.
1 Aristotele (384-322 a.C.) era considerato il filosofo per eccellenza. In questa sede però
importa soprattutto che elaborò una cosmologia, basata sugli omocentrici di Eudosso di
Cnido e sviluppata sulle fondamenta della propria fisica. In quest’ambito le sue idee,
sebbene molto modificate e ampliate dai suoi seguaci, furono superate soltanto nel XVII
secolo, e nelle opere di Galileo Aristotele, e soprattutto l’aristotelismo, appaiono sempre
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