Page 238 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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non  saper  nulla  in  relazione  alla  sapienza
            Responso dell’oracolo
                                               assoluta, che è infinita; e perché dell’infinito
            vero in giudicar Socrate
                                               tal  parte  n’è  il  molto  che  ’l  poco  e  che  il
            sapientissimo.
                                               niente  (perché  per  arrivar,  per  esempio,  al

          numero  infinito  tanto  è  l’accumular  migliaia,  quanto  decine  e  quanto
          zeri), però ben conosceva Socrate, la terminata sua sapienza esser nulla

          all’infinita,  che  gli  mancava.  Ma  perché  pur  tra  gli  uomini  si  trova
          qualche  sapere,  e  questo  non  egualmente  compartito  a  tutti,  potette

          Socrate averne maggior parte de gli altri, e perciò verificarsi il responso
          dell’oracolo.
          SAGR.  Parmi  di  intender  benissimo  questo  punto.  Tra  gli  uomini,  Sig.

          Simplicio, è la potestà di operare, ma non egualmente participata da tutti:
          e  non  è  dubbio  che  la  potenza  d’un  imperadore  è  maggiore  assai  che

          quella  d’una  persona  privata;  ma  e  questa  e  quella  è  nulla  in
                                          comparazione  dell’onnipotenza  divina.  Tra  gli
            Saper divino infinite
                                          uomini  vi  sono  alcuni  che  intendon  meglio
            volte infinito.
                                          l’agricoltura che molti altri; ma il saper piantar un
          sermento  di  vite  in  una  fossa,  che  ha  da  far  col  saperlo  far  barbicare,

          attrarre il nutrimento, da quello scierre questa parte buona per farne le
          foglie, quest’altra per formarne i viticci, quella per i grappoli, quell’altra

          per l’uva, ed un’altra per i fiocini, che son poi l’opere della sapientissima
          natura? Questa è una sola opera particolare delle innumerabili che fa la

          natura,  ed  in  essa  sola  si  conosce  un’infinita  sapienza,  talché  si  può
          concludere, il saper divino esser infinite volte infinito.
          SALV. Eccone un altro esempio. Non direm noi che ’l sapere scoprire in

          un marmo una bellissima statua ha sublimato l’ingegno del Buonarruoti
          assai  assai  sopra  gli  ingegni  comuni  degli  altri                Buonarruoti

          uomini?  E  questa  opera  non  è  altro  che  imitare
                                                                                 d’ingegno subblime.
          una  sola  attitudine  e  disposizion  di  membra

          esteriore  e  superficiale  d’un  uomo  immobile;  e  però  che  cosa  è  in
          comparazione d’un uomo fatto dalla natura, composto di tante membra

          esterne ed interne, de i tanti muscoli, tendini, nervi, ossa, che servono a i
          tanti  e  sì  diversi  movimenti?  Ma  che  diremo  de  i  sensi,  delle  potenze
          dell’anima,  e  finalmente  dell’intendere?  non  possiamo  noi  dire,  e  con

          ragione,  la  fabbrica  d’una  statua  cedere  d’infinito  intervallo  alla
          formazion  d’un  uomo  vivo,  anzi  anco  alla  formazion  d’un  vilissimo

          verme?





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