Page 232 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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diminuire ed abbacinare la luce secondaria secondo che la Luna va
crescendo, ma conservarsi continuamente della medesima efficacia, è
falsissimo; anzi, poco si vede nella quadratura, quando, per l’opposito,
ella dovrebbe vedersi più viva, potendosi vedere fuor del crepuscolo,
nella notte più profonda. Concludiamo per tanto,
La Terra può
esser la reflession della Terra potentissima nella
reciprocamente
Luna; e, quello di che dovrete far maggiore stima,
operare ne’ corpi
cavatene un’altra congruenza bellissima: cioè, che
celesti col lume.
se è vero che i pianeti operino sopra la Terra col
moto e col lume, forse la Terra non meno sarà potente a operar
reciprocamente in loro col medesimo lume e per avventura col moto
ancora; e quando anco ella non si movesse, pur gli può restare la
medesima operazione, perché già, come si è veduto, l’azione del lume è
la medesima appunto, cioè del lume del Sole reflesso, e ’l moto non fa
altro che la variazione de gli aspetti, la quale segue nel modo medesimo
facendo muover la Terra e star fermo il Sole, che se si faccia per
l’opposito.
SIMP. Non si troverà alcuno de i filosofi che abbia detto che questi corpi
inferiori operino ne i celesti, ed Aristotile dice chiaro il contrario.
SALV. Aristotile e gli altri che non han saputo che la Terra e la Luna si
illuminino scambievolmente, son degni di scusa; ma sarebber ben degni
di riprensione se, mentre vogliono che noi concediamo e crediamo a loro
che la Luna operi in Terra col lume, e’ volessin poi a noi, che gli aviamo
insegnato che la Terra illumina la Luna, negare l’azione della Terra nella
Luna.
SIMP. In somma io sento in me un’estrema repugnanza nel potere
ammettere questa società che voi vorreste persuadermi tra la Terra e la
Luna, ponendola, come si dice, in ischiera con le stelle; ché, quando
altro non ci fusse, la gran separazione e lontananza tra essa e i corpi
celesti mi par che necessariamente concluda una grandissima
dissimilitudine tra di loro.
SALV. Vedete, Sig. Simplicio, quanto può un inveterato affetto ed una
radicata opinione; poiché è tanto gagliarda, che vi fa parer favorevoli
quelle cose medesime che voi stesso producete contro di voi. Che se la
separazione e lontananza sono accidenti validi per persuadervi una gran
diversità di nature, convien che per l’opposito la vicinanza e contiguità
importino similitudine: ma quanto è più vicina la Luna
Affinità tra la
alla Terra che a qualsivoglia altro de i globi celesti?
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