Page 227 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SIMP. Intendo esserci stato chi ha creduto cotal lume venirle participato
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dall’altre stelle, ed in particolare da Venere, sua vicina.
SALV. E cotesta parimente è una vanità, perché nel tempo della sua totale
oscurazione dovrebbe pur mostrarsi più lucida che mai, ché non si può
dire che l’ombra della Terra gli asconda la vista di Venere né dell’altre
stelle; ma ben ne riman ella del tutto priva allora, perché l’emisferio
terrestre che in quel tempo riguarda verso la Luna è quello dove è notte,
cioè un’intera privazion del lume del Sole. E se voi diligentemente
andrete osservando, vedrete sensatamente che, sì come la Luna, quando
è sottilmente falcata, pochissimo illumina la Terra, e secondoché in lei
vien crescendo la parte illuminata dal Sole, cresce parimente lo
splendore a noi, che da quella vienci reflesso; così la Luna, mentre è
sottilmente falcata e che, per esser tra ’l Sole e la Terra, scuopre
grandissima parte dell’emisferio terreno illuminato, si mostra assai
chiara, e discostandosi dal Sole e venendo verso la quadratura, si vede
tal lume andar languendo, ed oltre la quadratura si vede assai debile,
perché sempre va perdendo della vista della parte luminosa della Terra: e
pur dovrebbe accadere il contrario quando tal lume fusse suo o
comunicatole dalle stelle, perché allora la possiamo vedere nella
profonda notte e nell’ambiente molto tenebroso.
SIMP. Fermate, di grazia, ché pur ora mi sovviene aver letto in un libretto
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moderno di conclusioni, pieno di molte novità, «che questo lume
secondario non è cagionato dalle stelle né è proprio della Luna e men di
tutti comunicatogli dalla Terra, ma che deriva dalla medesima
illuminazion del Sole, la quale, per esser la sustanza del globo lunare
alquanto trasparente, penetra per tutto il suo corpo, ma più vivamente
illumina la superficie dell’emisfero esposto a i
Luce secondaria
raggi del Sole, e la profondità, imbevendo e, per della Luna cagionata
così dire, inzuppandosi di tal luce a guisa di una
dal Sole, secondo
nugola o di un cristallo, la trasmette e si rende
alcuni.
visibilmente lucida. E questo (se ben mi ricorda)
prova egli con l’autorità, con l’esperienza e con la ragione, adducendo
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Cleomede, Vitellione, Macrobio e qualch’altro autor moderno, e
soggiugnendo, vedersi per esperienza ch’ella si mostra molto lucida ne i
giorni prossimi alla congiunzione, cioè quando è falcata, e
massimamente risplende intorno al suo limbo; e di più scrive che negli
eclissi solari, quando ella è sotto il disco del Sole, si vede tralucere, e
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