Page 212 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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per esser ella più viva della stella, come è manifesto dal potersi rimirar la
          stella  con  assai  minor  offesa  alla  vista,  che  questa  reflession  dello

          specchio. Il reverbero dunque, che si ha da participare sopra tutta questa
          parete, viene da piccola parte di quello specchio; e quello che pur ora

          veniva  da  tutto  lo  specchio  piano,  si  participava  e  ristrigneva  a
          piccolissima parte della medesima parete: qual meraviglia è dunque che

          la  reflessione  prima  illumini  molto  vivamente,  e  che  quest’altra  resti
          quasi impercettibile?

          SIMP.  Io  mi  trovo  più  inviluppato  che  mai,  e  mi  sopraggiugne  l’altra
          difficultà,  come  possa  essere  che  quel  muro,  essendo  di  materia  così
          oscura  e  di  superficie  così  mal  pulita,  abbia  a  ripercuoter  lume  più

          potente e vivace che uno specchio ben terso e pulito.
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          SALV. Più vivace no,  ma ben più universale; ché, quanto alla vivezza,
          voi  vedete  che  la  reflessione  di  quello  specchietto  piano,  dove  ella
          ferisce  là  sotto  la  loggia,  illumina  gagliardamente,  ed  il  restante  della

          parete, che riceve la reflession del muro, dove è attaccato lo specchio,
          non  è  a  gran  segno  illuminato  come  la  piccola  parte  dove  arriva  il

          reflesso  dello  specchio.  E  se  voi  desiderate                    Lume reflesso de i
          intender l’intero di questo negozio, considerate
                                                                                corpi asperi più
          come l’esser la superficie di quel muro aspra, è                      universale che quello
          l’istesso  che  l’esser  composta  di  innumerabili
                                                                                de i tersi, e perché.
          superficie  e  piccolissime,  disposte  secondo
          innumerabili diversità di inclinazioni, tra le quali di necessità accade che
          ne  sieno  molte  disposte  a  mandare  i  raggi,  reflessi  da  loro,  in  un  tal

          luogo, molte altre in altro; ed in somma non è luogo alcuno al quale non
          arrivino moltissimi raggi reflessi da moltissime superficiette sparse per

          tutta l’intera superficie del corpo scabroso, sopra il quale cascano i raggi
          luminosi:  dal  che  segue  di  necessità  che  sopra  qualsivoglia  parte  di
          qualunque  superficie  opposta  a  quella  che  riceve  i  raggi  primarii

          incidenti,  pervengano  raggi  reflessi,  ed  in
                                                                                   Luna se fosse tersa
          conseguenza l’illuminazione. Seguene ancora, che
                                                                                   e liscia sarebbe
          il  medesimo  corpo  sul  quale  vengono  i  raggi
                                                                                   invisibile.
          illuminanti,  rimirato  da  qualsivoglia  luogo,  si

          mostri tutto illuminato e chiaro: e però la Luna, per esser di superficie
          aspra e non tersa, rimanda la luce del Sole verso tutte le bande, ed a tutti

          i  riguardanti  si  mostra  egualmente  lucida.  Che  se  la  superficie  sua,
          essendo  sferica,  fusse  ancora  liscia  come  uno  specchio,  resterebbe  del





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