Page 215 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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altre oscurissimo. reflessione de i raggi incidenti si drizza tutta in
luogo determinato, allora da quel tal luogo si
mostra la parte brunita assai più chiara e lucida del restante, che è
solamente bianchito, ma da tutti gli altri luoghi si vede molto oscura. È
noto che la diversità delle vedute, nel rimirar superficie brunite, cagiona
differenze tali di apparenze, che per imitare e rappresentare in pittura, v.
g., una corazza brunita, bisogna accoppiare neri schietti e bianchi, l’uno
a canto all’altro, in parti di essa arme dove il lume cade egualmente.
SAGR. Adunque, quando questi Signori filosofi si contentassero di
conceder che la Luna, Venere e gli altri pianeti fussero di superficie non
così lustra e tersa come uno specchio, ma un capello manco, cioè quale è
una piastra di argento bianchita solamente, ma non brunita, questo
basterebbe a poterla far visibile ed accomodata a ripercuoterci il lume
del Sole?
SALV. Basterebbe in parte; ma non renderebbe un lume così potente,
come fa essendo montuosa ed in somma piena di eminenze e cavità
grandi. Ma questi Signori filosofi non la concederanno mai pulita meno
di uno specchio, ma bene assai più, se più si può immaginare, perché
stimando eglino che a’ corpi perfettissimi si convengano figure
perfettissime, bisogna che la sfericità di quei globi celesti sia
assolutissima; oltre che, quando e’ mi concedessero qualche inegualità,
ancorché minima, io me ne prenderei senza scrupolo alcuno altra assai
maggiore, perché consistendo tal perfezione in indivisibili, tanto la
guasta un capello quanto una montagna.
SAGR. Qui mi nascono due dubbi: l’uno è l’intendere, perché la maggior
inegualità di superficie abbia a far più potente reflession di lume; l’altro
è, perché questi Signori Peripatetici voglian questa esatta figura.
SALV. Al primo risponderò io, ed al Sig. Simplicio lascerò la cura di
rispondere al secondo. Devesi dunque Superficie più scabrosa
avvertire che le medesime superficie vengono
fa maggior reflessione
dal medesimo lume più e meno illuminate, di lume che la meno
secondoché i raggi illuminanti vi cascano
scabrosa.
sopra più o meno obliquamente, sì che la
massima illuminazione è dove i raggi son perpendicolari. Ed ecco ch’io
ve lo mostro al senso. Io piego questo foglio tanto che una parte faccia
angolo sopra l’altra; ed esponendole alla
Raggi perpendicolari
reflession del lume di quel muro opposto, illuminano più che gli
vedete come questa faccia, che riceve i raggi
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