Page 211 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SALV.  Eccolo  là.  Vi  fu  messo  subito  che  cominciaste  a  guardare  le
          minuzie, e non ve ne sete accorto, sì grande è stato l’accrescimento del

          lume  nel  resto  della  parete.  Or  tolgasi  via  lo  specchio  piano.  Eccovi
          levata  via  ogni  reflessione,  ancorché  vi  sia  rimasto  il  grande  specchio

          convesso. Rimuovasi questo ancora, e poi vi si riponga quanto vi piace:
          voi non vedrete mutazione alcuna di luce in tutto il muro. Eccovi dunque

          mostrato al senso come la reflessione del Sole fatta in ispecchio sferico
          convesso  non  illumina  sensibilmente  i  luoghi  circonvicini.  Ora  che

          risponderete voi a questa esperienza?
          SIMP. Io ho paura che qui non entri qualche giuoco di mano. Io veggo
          pure,  nel  riguardar  quello  specchio,  uscire  un  grande  splendore,  che

          quasi mi toglie la vista, e, quel che più importa, ve lo veggo sempre da
          qualsivoglia luogo ch’io lo rimiri, e veggolo andar mutando sito sopra la

          superficie dello specchio, secondo ch’io mi pongo a rimirarlo in questo o
          in  quel  luogo:  argomento  necessario,  che  il  lume  si  reflette  vivo  assai
          verso tutte le bande, ed in conseguenza così potente sopra tutta quella

          parete come sopra il mio occhio.
          SALV.  Or  vedete  quanto  bisogni  andar  cauto  e  riservato  nel  prestare

          assenso a quello che il solo discorso ci rappresenta. Non ha dubbio che
          questo che voi dite ha assai dell’apparente; tuttavia potete vedere come

          la sensata esperienza mostra in contrario.
          SIMP. Come dunque cammina questo negozio?

          SALV. Io vi dirò quel che ne sento, che non so quanto vi sia per appagare.
          E prima, quello splendore così vivo che voi vedete sopra lo specchio, e
          che  vi  par  che  ne  occupi  assai  buona  parte,  non  è  così  grande  a  gran

          pezzo, anzi è piccolo assai assai; ma la sua vivezza cagiona nell’occhio
          vostro, mediante la reflessione fatta nell’umido de gli orli delle palpebre,

          la quale si distende sopra la pupilla, una irradiazione avventizia, simile a
          quel capillizio che ci par di vedere intorno alla fiammella di una candela

                                    posta  alquanto  lontana,  o  vogliate  assimigliarla  allo
            Corpicello delle
            stelle irraggiato       splendore  avventizio  di  una  stella;  che  se  voi
                                    paragonerete  il  piccolo  corpicello,  v.  g.,  della
            apparisce mille
            volte maggiore          Canicola, veduto di giorno col telescopio, quando si
                                    vede senza irradiazione, col medesimo veduto di notte
            che nudo.
                                    coll’occhio  libero,  voi  fuor  di  ogni  dubbio
          comprenderete che l’irraggiato si mostra più di mille volte maggiore del

          nudo  e  real  corpicello:  ed  un  simile  o  maggior  ricrescimento  fa
          l’immagine del Sole che voi vedete in quello specchio; dico maggiore,



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