Page 208 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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qualsivoglia positura, rispetto al Sole e a noi, ci mostra la sua superficie
          tocca dal Sole sempre egualmente chiara; effetto che risponde a capello a

          quel  del  muro,  che,  riguardato  da  qualsivoglia  luogo,  apparisce
          egualmente  chiaro,  e  discorda  dallo  specchio,  che  da  un  luogo  solo  si

          mostra luminoso e da tutti gli altri oscuro. In oltre, la luce che mi vien
          dalla reflession del muro è tollerabile e debile, in comparazion di quella

          dello  specchio  gagliardissima  ed  offensiva  alla  vista  poco  meno  della
          primaria e diretta del Sole: e così con suavità riguardiamo la faccia della

          Luna; che quando ella fusse come uno specchio, mostrandocisi anco, per
          la  vicinità,  grande  quanto  l’istesso  Sole,  sarebbe  il  suo  fulgore
          assolutamente  intollerabile,  e  ci  parrebbe  di  riguardare  quasi  un  altro

          Sole.
          SALV. Non attribuite di grazia, Sig. Sagredo, alla mia dimostrazione più

          di quello che le si perviene. Io voglio muovervi contro un’instanza, che
          non so quanto sia di agevole scioglimento. Voi portate per gran diversità
          tra la Luna e lo specchio, che ella rimandi la reflessione verso tutte le

          parti egualmente, come fa il muro, dove che lo specchio la manda in un
                                 luogo  solo  determinato;  e  di  qui  concludete,  la  Luna
            Specchi piani
            mandano la           esser simile al muro, e non allo specchio. Ma io vi dico
                                 che  quello  specchio  manda  la  reflessione  in  un  luogo
            reflessione in
            un luogo solo,       solo, perché la sua superficie è piana, e dovendo i raggi
                                 reflessi  partirsi  ad  angoli  eguali  a  quelli  de’  raggi
            ma gli sferici
                                 incidenti, è forza che da una superficie piana si partano
            per tutto.
                                 unitamente verso il medesimo luogo; ma essendo che la
          superficie della Luna è non piana, ma sferica, ed i raggi incidenti sopra

          una  tal  superficie  trovano  da  reflettersi  ad  angoli  eguali  a  quelli
          dell’incidenza verso tutte le parti, mediante la infinità delle inclinazioni

          che compongono la superficie sferica, adunque la Luna può mandar la
          reflessione per tutto, e non è necessitata a mandarla in un luogo solo,

          come quello specchio che è piano.
          SIMP. Questa è appunto una delle obbiezioni che io volevo fargli contro.

          SAGR. Se questa è una, è forza che voi ne abbiate delle altre; però ditele,
          ché quanto a questa prima mi par che ella sia per riuscire più contro di
          voi che in favore.

          SIMP. Voi avete pronunziato come cosa manifesta, che la reflession fatta
          da quel muro sia così chiara ed illuminante come quella che ci vien dalla

          Luna,  ed  io  la  stimo  come  nulla  in                         Sfera di attività ne
          comparazion di quella: imperocché «in questo



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