Page 204 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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nel giudicar il corpo della Luna solidissimo e duro, come la Terra, anzi
          più assai, perché se da Aristotile noi caviamo che il cielo sia di durezza

          impenetrabile, e le stelle parti più dense del cielo, è ben necessario che le
          siano saldissime ed impenetrabilissime.

          SAGR. Che bella materia sarebbe quella del cielo per fabbricar palazzi,
          chi ne potesse avere, così dura e tanto trasparente!

          SALV. Anzi pessima, perché sendo, per la somma trasparenza, del tutto
          invisibile,  non  si  potrebbe,  senza  gran  pericolo  di  urtar  negli  stipiti  e

          spezzarsi il capo, camminar per le stanze.
                                   SAGR.  Cotesto  pericolo  non  si  correrebbe  egli,  se  è
            Materia celeste
                                   vero,  come  dicono  alcuni  Peripatetici,  che  la  sia
            intangibile.
                                   intangibile; e se la non si può toccare, molto meno si
          potrebbe urtare.

          SALV.  Di  niuno  sollevamento  sarebbe  cotesto;  conciosiaché,  se  ben  la
          materia  celeste  non  può  esser  toccata,  perché  manca  delle  tangibili
          qualità, può ben ella toccare i corpi elementari; e per offenderci, tanto è

          che  ella  urti  in  noi,  ed  ancor  peggio,  che  se  noi  urtassimo  in  lei.  Ma
          lasciamo  star  questi  palazzi  o  per  dir  meglio  castelli  in  aria,  e  non

          impediamo il Sig. Simplicio.
          SIMP. La quistione che voi avete così incidentemente promossa, è delle

          difficili  che  si  trattino  in  filosofia,  ed  io  ci  ho  intorno  di  bellissimi
                                                                     72
          pensieri di un gran cattedrante di Padova;  ma non è tempo di entrarvi
          adesso.  Però,  tornando  al  nostro  proposito,  replico  che  stimo  la  Luna
          solidissima più della Terra, ma non l’argomento già, come fate voi, dalla

                                    asprezza  e  scabrosità  della  sua  superficie,  anzi  dal
            Superficie della
            Luna tersa più          contrario,  cioè  dall’essere  atta  a  ricevere  (come
                                    veggiamo tra noi nelle gemme più dure) un pulimento
            d’uno specchio.
                                    e lustro superiore a qual si sia specchio più terso; ché
          tale  è  necessario  che  sia  la  sua  superficie,  per  poterci  fare  sì  viva

          reflessione  de’  raggi  del  Sole.  Quelle  apparenze  poi  che  voi  dite,  di
          monti, di scogli, di argini, di valli etc., son tutte illusioni; ed io mi sono

          ritrovato a sentire in publiche dispute sostener gagliardamente, contro a
          questi introduttori di novità, che tali apparenze non da altro provengono

          che da parti inegualmente opache e perspicue, delle
                                                                                    Eminenze e cavità
          quali interiormente ed esteriormente è composta la
                                                                                    nella Luna sono
          Luna, come spesso veggiamo accadere nel cristallo,
                                                                                    illusioni di opaco
          nell’ambra          ed      in     molte        pietre      preziose
                                                                                    e di perspicuo.




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