Page 190 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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filosofare: ora noi, mercé del telescopio, ce lo Possiamo, mercé
siam fatto vicino trenta e quaranta volte più che del telescopio,
vicino non era ad Aristotile, sì che possiamo discorrer meglio di
scorgere in esso cento cose che egli non potette Aristotile delle
vedere, e tra le altre queste macchie nel Sole, che cose del cielo.
assolutamente ad esso furono invisibili: adunque
del cielo e del Sole più sicuramente possiamo noi trattare che Aristotile.
SAGR. Io sono nel cuore al Sig. Simplicio, e veggo che e’ si sente
muovere assai dalla forza di queste pur troppo concludenti ragioni; ma,
dall’altra banda, il vedere la grande autorità che si è acquistata Aristotile
appresso l’universale, il considerare il numero de gli interpreti famosi
che si sono affaticati per esplicare i suoi sensi, il vedere altre scienze,
tanto utili e necessarie al publico, fondar gran parte della stima e
reputazion loro sopra il credito d’Aristotile, lo confonde e spaventa
assai; e me lo par sentir dire: «E a chi si ha da ricorrere per definire le
nostre controversie, levato che fusse di seggio Aristotile? qual altro
autore si ha da seguitare nelle scuole, nelle accademie, nelli studi? qual
filosofo ha scritto tutte le parti della natural filosofia,
Declamazione di
e tanto ordinatamente, senza lasciar indietro pur una
Simplicio.
particolar conclusione? adunque si deve desolar
quella fabbrica, sotto la quale si ricuoprono tanti viatori? si deve
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destrugger quell’asilo, quel Pritaneo, dove tanto agiatamente si
ricoverano tanti studiosi, dove, senza esporsi all’ingiurie dell’aria, col
solo rivoltar poche carte, si acquistano tutte le cognizioni della natura? si
ha da spiantar quel propugnacolo, dove contro ad ogni nimico assalto in
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sicurezza si dimora?» Io gli compatisco, non meno che a quel signore
che, con gran tempo, con spesa immensa, con l’opera di cento e cento
artefici, fabbricò nobilissimo palazzo, e poi lo vegga, per esser stato mal
fondato, minacciar rovina, e che, per non vedere con tanto cordoglio
disfatte le mura di tante vaghe pitture adornate, cadute le colonne
sostegni delle superbe logge, caduti i palchi dorati, rovinati gli stipiti, i
frontespizi e le cornici marmoree con tanta spesa condotte, cerchi con
catene, puntelli, contrafforti, barbacani e sorgozzoni di riparare alla
rovina.
SALV. Eh non tema già il Sig. Simplicio di simil cadute: io con sua assai
minore spesa torrei ad assicurarlo del danno. Non ci è pericolo che una
moltitudine sì grande di filosofi accorti e sagaci si lasci
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