Page 186 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 186

e massime che mi pare che l’Antiticone talvolta accomodi a suo modo, o
          metta per fallaci, quelle osservazioni che repugnano al suo disegno.

          SIMP.  Quanto  alle  stelle  nuove,  l’Antiticone  se  ne  sbriga  benissimo  in
          quattro parole, dicendo che tali moderne stelle nuove non son parti certe

          de  i  corpi  celesti,  e  che  bisogna  che  gli  avversari,  se  voglion  provare
          lassù  esser  alterazione  e  generazione,  dimostrino  mutazioni  fatte  nelle

          stelle descritte già tanto tempo, delle quali nissuno dubita che sieno cose
          celesti,  il  che  non  possono  far  mai  in  veruna  maniera.  Circa  poi  alle

          materie che alcuni dicono generarsi e dissolversi in faccia del Sole, ei
          non  ne  fa  menzione  alcuna;  ond’io  argomento  ch’e’  l’abbia  per  una
          favola, o per illusioni del cannocchiale, o al più per affezioncelle fatte

          per aria, ed in somma per ogni altra cosa che per materie celesti.
          SALV. Ma voi, Sig. Simplicio, che cosa vi sete immaginato di rispondere

                                                                           52
          all’opposizione  di  queste  macchie  importune, venute  a  intorbidare  il
          cielo,  e  più  la  peripatetica  filosofia?  egli  è  forza  che,  come  intrepido
          difensor di quella, vi abbiate trovato ripiego e soluzione, della quale non

          dovete defraudarci.
                                     SIMP. Io ho intese diverse opinioni, intorno a questo
            Opinioni diverse
                                     particolare. «Chi dice che le sono stelle, che ne’ loro
            circa le macchie
                                     propri  orbi,  a  guisa  di  Venere  e  di  Mercurio,  si
            solari.                                                                                      53
                                     volgono  intorno  al  Sole,  e  nel  passargli  sotto                    si
          mostrano a noi oscure, e per esser moltissime, spesso accade che parte di

          loro si aggreghino insieme e che poi si separino; altri le credono esser
          impressioni per aria; altri, illusioni de’ cristalli; ed altri, altre cose. Ma io

          inclino assai a credere, anzi tengo per fermo, che le sieno un aggregato
          di molti e vari corpi opachi, quasi casualmente concorrenti tra di loro: e
          però veggiamo spesso che in una macchia si posson numerare dieci e più

          di tali corpicelli minuti, che sono di figure irregolari e ci si rappresentano
          come fiocchi di neve o di lana o di mosche volanti; variano sito tra di

          loro, ed or si disgregano ed ora si congregano, e massimamente sotto il
          Sole, intorno al quale, come intorno a suo centro, si vanno movendo. Ma

          non però è di necessità dire che le si generino e si corrompano, ma che
          alcune volte si occultano doppo il corpo del Sole, ed altre volte, benché

          allontanate  da  quello,  non  si  veggono  per  la  vicinanza  della  smisurata
          luce  del  Sole:  imperocché  nell’orbe  eccentrico  del  Sole  vi  è  costituita
          una  quasi  cipolla  composta  di  molte  grossezze,  una  dentro  all’altra,

          ciascheduna delle quali, essendo tempestata di alcune piccole macchie, si




                                                          186
   181   182   183   184   185   186   187   188   189   190   191