Page 184 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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argumentata l’immutabilità.
SIMP. Aristotile fece il principal suo fondamento sul discorso a priori,
mostrando la necessità dell’inalterabilità del cielo per i suoi principii
naturali, manifesti e chiari; e la medesima stabilì doppo a posteriori, per
il senso e per le tradizioni de gli antichi.
SALV. Cotesto, che voi dite, è il metodo col
La certezza della
quale egli ha scritta la sua dottrina, ma non
conclusione aiuta
credo già che e’ sia quello col quale egli la
a ritrovar col metodo
resolutivo la investigò, perché io tengo per fermo ch’e’
proccurasse prima, per via de’ sensi,
dimostrazione.
dell’esperienze e delle osservazioni, di
assicurarsi quanto fusse possibile della conclusione, e che doppo andasse
ricercando i mezi da poterla dimostrare, perché così si fa per lo più nelle
scienze dimostrative: e questo avviene
Pittagora fece
perché, quando la conclusione è vera, l’ecatumbe per una
servendosi del metodo resolutivo,
dimostrazion geometrica
agevolmente si incontra qualche
proposizione già dimostrata, o si arriva a ritrovata.
qualche principio per sé noto; ma se la conclusione sia falsa, si può
procedere in infinito senza incontrar mai verità alcuna conosciuta, se già
altri non incontrasse alcun impossibile o assurdo Stelle nuove apparite
manifesto. E non abbiate dubbio che Pitagora
in cielo.
gran tempo avanti che e’ ritrovasse la
dimostrazione per la quale fece l’ecatumbe, si era assicurato che ’l
quadrato del lato opposto all’angolo retto nel triangolo rettangolo era
eguale a i quadrati de gli altri due lati; e la certezza della conclusione
aiuta non poco al ritrovamento della
Macchie che si
dimostrazione, intendendo sempre nelle
generano e dissolvono
in faccia del scienze demostrative. Ma fusse il progresso di
Aristotile in qualsivoglia modo, sì che il
Sole.
discorso a priori precedesse il senso a
posteriori, o per l’opposito, assai è che il medesimo Aristotile antepone
(come più volte s’è detto) l’esperienze sensate a tutti i discorsi; oltre che,
quanto a i discorsi a priori, già si è esaminato quanta sia la forza loro.
Or, tornando alla materia, dico che le cose scoperte ne i cieli a i tempi
nostri sono e sono state tali, che posson dare intera soddisfazione a tutti i
filosofi: imperocché e ne i corpi particolari e nell’universale espansione
del cielo si son visti e si veggono tuttavia
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