Page 181 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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non far troppo cumulo, e poi ne addurrò altri.
          SALV.  Quanto  al  primo,  la  forza  del  quale  voi  cavate  dall’esperienza,

          desidero che voi più distintamente mi produciate le alterazioni che voi
          vedete farsi nella Terra e non in cielo, per le quali voi chiamate la Terra

          alterabile ed il cielo no.
          SIMP.  Veggo  in  Terra  continuamente  generarsi  e  corrompersi  erbe,

          piante, animali, suscitarsi venti, pioggie, tempeste, procelle, ed in somma
          esser questo aspetto della Terra in una perpetua metamorfosi; niuna delle

          quali mutazioni si scorge ne’ corpi celesti, la costituzione e figurazione
          de’ quali è puntualissimamente conforme a quelle di tutte le memorie,
          senza esservisi generato cosa alcuna di nuovo, né corrotto delle antiche.

          SALV. Ma, come voi vi abbiate a quietare su queste visibili, o, per dir
          meglio,  vedute,  esperienze,  è  forza  che  voi  reputiate  la  China  e

          l’America  esser  corpi  celesti,  perché  sicuramente  in  essi  non  avete
          vedute  mai  queste  alterazioni  che  voi  vedete  qui  in  Italia,  e  che  però,
          quanto alla vostra apprensione, e’ sieno inalterabili.

          SIMP. Ancorché io non abbia vedute queste alterazioni sensatamente in
          quei luoghi, ce ne son però le relazioni sicure: oltre che, cum eadem sit

          ratio totius et partium, essendo quei paesi parti della Terra come i nostri,
          è forza che e’ sieno alterabili come questi.

          SALV. E perché non l’avete voi, senza ridurvi a dover credere all’altrui
          relazioni, osservate e viste da per voi con i vostri occhi propri?

          SIMP. Perché quei paesi, oltre al non esser esposti a gli occhi nostri, son
          tanto  remoti  che  la  vista  nostra  non  potrebbe  arrivare  a  comprenderci
          simili mutazioni.

          SALV. Or vedete come da per voi medesimo avete casualmente scoperta
          la  fallacia  del  vostro  argomento.  Imperocché  se  voi  dite  che  le

          alterazioni, che si veggono in Terra appresso di noi, non le potreste, per
          la  troppa  distanza,  scorger  fatte  in  America,  molto  meno  le  potreste

          vedere nella Luna, tante centinaia di volte più lontana: e se voi credete le
          alterazioni Messicane a gli avvisi venuti di là, quai rapporti vi son venuti

          dalla Luna a significarvi che in lei non vi è alterazione? Adunque dal
          non  veder  voi  le  alterazioni  in  cielo,  dove,  quando  vi  fussero,  non
          potreste  vederle  per  la  troppa  distanza,  e  dal  non  ne  aver  relazione,

          mentre che aver non si possa, non potete arguir che elle non vi sieno,
          come dal vederle e intenderle in Terra bene arguite che le ci sono.

                                        SIMP. Io vi troverò delle mutazioni seguite in Terra
            Mediterraneo fatto
                                        così  grandi,  che  se  di  tali  se  ne  facessero  nella



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