Page 183 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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importava nulla nella Terra?
          SALV.  Argutissima  instanza.  Ma  io  vo  dubitando  che  il  Sig.  Simplicio

          alteri  un  poco  l’intelligenza  de  i  testi  d’Aristotile  e  de  gli  altri
          Peripatetici, li quali dicano di tenere il cielo inalterabile, perché in esso

          non si è veduto generare né corromper mai alcuna stella, che forse è del
          cielo parte minore che una città della Terra, e pur innumerabili di queste

          si son destrutte in modo che né anco i vestigii ci son rimasti.
          SAGR. Io certo stimava altramente, e credeva
                                                                            È non meno impossibile
          che  il  Sig.  Simplicio  dissimulasse  questa                    corrompers’una
          esposizione  di  testo  per  non  gravare  il
                                                                            stella, che
          Maestro  ed  i  suoi  condiscepoli  di  una  nota                 tutto il globo

          assai più deforme dell’altra. E qual vanità è il
                                                                            terrestre.
          dire: «La parte celeste è inalterabile, perché in

          essa non si generano e corrompono stelle»? ci è forse alcuno che abbia
          veduto corrompersi un globo terrestre e rigenerarsene un altro? e non è
          egli ricevuto da tutti i filosofi, che pochissime stelle sieno in cielo minori

          della Terra, ma bene assaissime molto e molto maggiori? Il corrompersi
          dunque  una  stella  in  cielo  non  è  minor  cosa  che  destruggersi  tutto  il

          globo terrestre: però, quando per poter con verità introdur nell’universo
          la  generazione  e  corruzione  sia  necessario  che  si  corrompano  e

          rigenerino corpi così vasti come una stella, toglietelo pur via del tutto,
          perché vi assicuro che mai non si vedrà corrompere il globo terrestre o

          altro  corpo  integrale  del  mondo,  sì  che,  essendocisi  veduto  per  molti
          secoli  decorsi,  ei  si  dissolva  in  maniera,  che  di  sé  non  lasci  vestigio
          alcuno.

                                          SALV. Ma per dar soprabbondante soddisfazione
            Aristotile muterebbe
            opinione vedendo              al Sig. Simplicio e torlo, se è possibile, di errore,
                                          dico che noi aviamo nel nostro secolo accidenti
            le novità del
                                          ed  osservazioni  nuove  e  tali,  ch’io  non  dubito
            nostro secolo.
                                          punto  che  se  Aristotile  fusse  all’età  nostra,
          muterebbe oppinione. Il che manifestamente si raccoglie dal suo stesso

          modo  di  filosofare:  imperocché  mentre  egli  scrive  di  stimare  i  cieli
          inalterabili  etc.,  perché  nissuna  cosa  nuova  si  è  veduta  generarvisi  o
          dissolversi delle vecchie, viene implicitamente a lasciarsi intendere che

          quando  egli  avesse  veduto  uno  di  tali  accidenti,  averebbe  stimato  il
          contrario ed anteposto, come conviene, la sensata esperienza al natural

          discorso, perché quando e’ non avesse voluto fare stima de’ sensi, non
          avrebbe,  almeno  dal  non  si  vedere  sensatamente  mutazione  alcuna,



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