Page 178 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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tuttavoltaché si supponga che le parti dell’universo sieno disposte in
ottima costituzione e perfettamente ordinate.
SALV. Fermate, di grazia, Sig. Sagredo, ché pur
Aristotile e Tolomeo
ora mi sovviene il modo di poter dar sodisfazione
pongono il globo
anco al Sig. Simplicio, tuttavolta però che e’ non
voglia restar talmente legato ad ogni detto terrestre immobile.
d’Aristotile, che egli abbia per sacrilegio il discostarsene da alcuno. E’
non è dubbio che per mantener l’ottima disposizione e l’ordine perfetto
delle parti dell’universo, quanto alla local Naturale del globo
situazione, non ci è altro che il movimento
terrestre deve dirsi
circolare e la quiete; ma quanto al moto per linea più tosto la quiete
retta, non veggo, che possa servire ad altro che al
che il moto retto
ridurre nella sua natural costituzione qualche
particella di alcuno de’ corpi integrali che per all’ingiù.
qualche accidente fusse stata rimossa e separata dal suo tutto, come di
sopra dicemmo. Consideriamo ora tutto il globo terrestre e veggiamo
quel che può esser di lui, tuttavoltaché ed esso e gli altri corpi mondani
si devano conservare nell’ottima e natural
Moti retti, con più
ragione attribuiti disposizione. Egli è necessario dire, o che egli resti
e si conservi perpetuamente immobile nel luogo
alle parti che a gli
suo, o che, restando pur sempre nell’istesso luogo,
interi elementi.
si rivolga in sé stesso, o che vadia intorno ad un
centro, movendosi per la circonferenza di un cerchio: de i quali
accidenti, ed Aristotile e Tolomeo e tutti i lor seguaci dicon pure che egli
ha osservato sempre, ed è per mantenere in eterno, il primo, cioè una
perpetua quiete nel medesimo luogo. Or, perché dunque in buon’ora non
si dev’egli dire che sua naturale affezione è il restare immobile, più tosto
che far suo naturale il moto all’ingiù, del qual moto egli già mai non si è
mosso ned è per muoversi? e quanto al movimento per linea retta, lascisi
che la natura se ne serva per ridur al suo tutto le
Peripatetici
assegnano con poca particelle della terra, dell’acqua, dell’aria e del
fuoco, e di ogni altro corpo integrale mondano,
ragione per naturali
quei moti a gli quando alcuna di loro, per qualche caso, se ne
trovasse separata, e però in luogo disordinato
elementi de’ quali non
si muovon mai, e trasposta; se pure anco per far questa
restituzione non si trovasse che qualche moto
per preternaturali
quelli de’ quali si circolare fusse più accomodato. Parmi che
questa primaria posizione risponda molto
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