Page 185 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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Macchie solari maggiori accidenti simili a quelli che tra di noi
di tutta l’Asia chiamiamo generazioni e corruzioni, essendo
ed Affrica. che da astronomi eccellenti sono state
osservate molte comete generate e disfatte in
parti più alte dell’orbe lunare, oltre alle due stelle nuove dell’anno 1572
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e del 1604, senza veruna contradizione altissime sopra tutti i pianeti; ed
in faccia dell’istesso Sole si veggono, mercè del telescopio, produrre e
dissolvere materie dense ed oscure, in sembianza molto simili alle
nugole intorno alla Terra, e molte di queste sono così vaste, che
superano di gran lunga non solo il sino Mediterraneo, ma tutta l’Affrica
e l’Asia ancora. Ora, quando Aristotile vedesse queste cose, che credete
voi, Sig. Simplicio, ch’e’ dicesse e facesse?
SIMP. Io non so quello che si facesse né dicesse
Astronomi convinti
Aristotile, che era padrone delle scienze, ma so
dall’Antiticone.
bene in parte quello che fanno e dicono, e che
conviene che facciano e dicano, i suoi seguaci, per non rimaner senza
guida senza scorta e senza capo nella filosofia. Quanto alle comete, non
son eglino restati convinti quei moderni astronomi, che le volevano far
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celesti, dall’Antiticone, e convinti con le loro medesime armi, dico per
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via di paralassi e di calcoli rigirati in cento modi, concludendo
finalmente a favor d’Aristotile che tutte sono elementari? e spiantato
questo, che era quanto fondamento avevano i seguaci delle novità, che
altro più resta loro per sostenersi in piedi?
SALV. Con flemma, Sig. Simplicio. L’Antiticone accomoda
Cotesto moderno autore che cosa dice
le osservazioni astronomiche
egli delle stelle nuove del 72 e del 604 e
delle macchie solari? perché quanto alle a i suoi disegni.
comete, io, quant’a me, poca difficultà farei nel porle generate sotto o
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sopra la Luna, né ho mai fatto gran fondamento sopra la loquacità di
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Ticone, né sento repugnanza alcuna nel poter credere che la materia
loro sia elementare, e che le possano sublimarsi quanto piace loro, senza
trovare ostacoli nell’impenetrabilità del cielo peripatetico, il quale io
stimo più tenue più cedente e più sottile assai della nostra aria; e quanto
a i calcoli delle paralassi, prima il dubbio se le comete sian soggette a
tale accidente, e poi l’inconstanza delle osservazioni sopra le quali son
fatti i computi, mi rendono egualmente sospette queste opinioni e quelle,
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