Page 164 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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Moto retto assegnato non può esser perpetuo, e l’accelerato arriva
a i corpi naturali necessariamente al termine, se vi è; e se non vi è,
per ridursi all’ordine non vi può né anco esser moto, perché la natura
perfetto, quando non muove dove è impossibile ad arrivare.
ne siano rimossi. Concludo per tanto, il solo movimento circolare
poter naturalmente convenire a i corpi naturali
integranti l’universo e costituiti nell’ottima disposizione; ed il retto al più
che si possa dire, essere assegnato dalla natura a i
La quiete sola e il
moto circolare atti suoi corpi e parti di essi, qualunque volta si
ritrovassero fuori de’ luoghi loro, costituite in
alla conservazion
prava disposizione, e però bisognose di ridursi per
dell’ordine.
la più breve allo stato naturale. Di qui mi par che
assai ragionevolmente si possa concludere, che per mantenimento
dell’ordine perfetto tra le parti del mondo bisogni dire che le mobili
sieno mobili solo circolarmente, e se alcune ve ne sono che
circolarmente non si muovano, queste di necessità sieno immobili, non
essendo altro, Salvo che la quiete e ’l moto circolare, atto alla
conservazione dell’ordine. Ed io non poco mi maraviglio che Aristotile,
il quale pure stimò che ’l globo terrestre fusse collocato nel centro del
mondo e che quivi immobilmente si rimanesse, non dicesse che de’ corpi
naturali altri erano mobili per natura ed altri immobili, e massime avendo
già definito, la natura esser principio di moto e di quiete.
SIMP. Aristotile, come quello che non si Le sensate esperienze
prometteva del suo ingegno, ancorché
si devono anteporre
perspicacissimo, più di quello che si conviene,
stimò, nel suo filosofare, che le sensate a i discorsi umani.
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esperienze si dovessero anteporre a qualsivoglia discorso fabbricato da
ingegno umano, e disse che quelli che avessero negato il senso,
meritavano di esser gastigati col levargli quel tal
Chi nega il senso
senso: ora, chi è quello così cieco che non vegga, le merita d’esserne
parti della terra e dell’acqua muoversi, come gravi,
privato.
naturalmente all’ingiù, cioè verso il centro
dell’universo, assegnato dall’istessa natura per fine e termine del moto
retto deorsum; e non vegga parimente muoversi il fuoco e l’aria all’insù
rettamente verso il concavo dell’orbe lunare, come a termine naturale del
moto sursum? e vedendosi tanto manifestamente questo, ed essendo noi
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sicuri che eadem est ratio totius et partium, Il senso mostra, i
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