Page 169 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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mondo», non conclude altrimenti, se non supposto prima che le linee del
          fuoco, prolungate, passino per il centro del mondo: e perché di esse noi

          sappiamo certo che le passano per il centro del globo terrestre (essendo a
          perpendicolo  sopra  la  sua  superficie,  e  non  inclinate),  adunque,  per

          concludere, bisogna supporre che il centro della Terra sia l’istesso che il
          centro  del  mondo,  o  almeno  che  le  parti  del  fuoco  e  della  terra  non

          ascendano e descendano se non per una linea sola che passi per il centro
          del mondo; il che è poi falso e repugna all’esperienza, la qual ci mostra

          che le parti del fuoco non per una linea sola, ma per le infinite prodotte
          dal centro della Terra verso tutte le parti del mondo, ascendono sempre
          per linee perpendicolari alla superficie del globo terrestre.

          SALV.          Voi,        Sig.        Sagredo,           molto
                                                                              Provasi, più
          ingegnosamente             conducete          Aristotile       al   ragionevolmente dirsi

          medesimo               inconveniente,              mostrando
                                                                              che i gravi tendono
          l’equivoco  manifesto;  ma  aggiugnete  un’altra                    al centro della Terra,
          sconvenevolezza.  Noi  veggiamo,  la  Terra
                                                                              che a quel
          essere sferica, e però siamo sicuri che ella ha il
          suo centro; a quello veggiamo che si muovono                        dell’universo.

          tutte le sue parti, ché così è necessario dire mentre i movimenti loro son
          tutti  perpendicolari  alla  superficie  terrestre;  intendiamo  come,

          movendosi  al  centro  della  Terra,  si  muovono  al  suo  tutto  ed  alla  sua
          madre  universale;  e  siamo  poi  tanto  buoni,  che  ci  vogliam  lasciar

          persuadere che l’instinto loro naturale non è di andar verso il centro della
          Terra, ma verso quel dell’universo, il quale non sappiamo dove sia, né se
          sia,  e  che  quando  pur  sia,  non  è  altro  ch’un  punto  imaginario  ed  un

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          niente senza veruna facultà. All’ultimo detto poi del Sig. Simplicio, che
          il contendere se le parti del Sole o della Luna o di altro corpo celeste,
                                            separate dal suo tutto, ritornassero naturalmente
            Condizioni per le
                                            a  quello,  sia  una  vanità,  per  essere  il  caso
            quali i corpi celesti
            differiscono da gli             impossibile,            essendo          manifesto,            per
                                            dimostrazioni  di  Aristotile,  che  i  corpi  celesti
            elementari dependono
            da i moti                       sono impassibili, impenetrabili, impartibili etc.,
                                            rispondo,  niuna  delle  condizioni  per  le  quali
            assegnatigli da
            Aristotile.                     Aristotile  fa  differire  i  corpi  celesti  da  gli
                                            elementari  avere  altra  sussistenza  che  quella

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          ch’ei deduce dalla diversità de i moti naturali di quelli e di questi; in
          modo  che,  negato  che  il  moto  circolare  sia  solo  de  i  corpi  celesti,  ed




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