Page 152 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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farlo muover, per alcun tempo e per qualche                        termine.
          spazio, di moto retto. Stante questo discorso,

          figuriamoci  aver  Iddio  creato  il  corpo,  v.  g.,  di  Giove,  al  quale  abbia
          determinato di voler conferire una tal velocità, la quale egli poi debba

                                       conservar  perpetuamente  uniforme:  potremo  con
            Velocità uniforme
                                       Platone dire che gli desse di muoversi da principio
            conviene al moto
                                       di moto retto ed accelerato, e che poi, giunto a quel
            circolare.
                                       tal grado di velocità, convertisse il suo moto retto in

          circolare, del quale poi la velocità naturalmente convien esser uniforme.
                                       SAGR.  Io  sento  con  gran  gusto  questo  discorso,  e
            Tra la quiete e

            qualsiasi grado di         maggiore  credo  che  sarà  doppo  che  mi  abbiate
                                       rimossa una difficultà: la quale è, che io non resto
            velocità mediano
            infiniti gradi di          ben  capace  come  di  necessità  convenga  che  un
                                       mobile,  partendosi  dalla  quiete  ed  entrando  in  un
            velocità minori.
                                       moto al quale egli abbia inclinazion naturale, passi
          per tutti i gradi di tardità precedenti, che sono tra qualsivoglia segnato

          grado di velocità e lo stato di quiete, li quali gradi sono infiniti; sì che
          non abbia potuto la natura contribuire al corpo di Giove, subito creato, il

          suo moto circolare, con tale e tanta velocità.
                                             SALV.  Io  non  ho  detto,  né  ardirei  di  dire,  che
            Natura non conferisce
            immediatamente                   alla natura e a Dio fusse impossibile il conferir
                                             quella  velocità,  che  voi  dite,  immediatamente;
            un determinato

            grado di velocità, se            ma dirò bene che de facto la natura non lo fa;
                                             talché  il  farlo  verrebbe  ad  esser  operazione
            ben potrebbe.                                                                               22
                                             fuora del corso naturale, e però miracolosa.

          SAGR.  Adunque  voi  credete  che  un  sasso,  partendosi  dalla  quiete,  ed
          entrando nel suo moto naturale verso il centro della Terra, passi per tutti
          i gradi di tardità inferiori a qualsivoglia grado di velocità?

          SALV. Credolo, anzi ne son sicuro, e sicuro con tanta certezza, che posso
          renderne sicuro voi ancora.

          SAGR. Quando in tutto il ragionamento d’oggi io non guadagnassi altro
          che una tal cognizione, me lo reputerei per un gran capitale.
          SALV.  Per  quanto  mi  par  di  comprendere  dal
                                                                                 Il mobile partendosi
          vostro ragionare, gran parte della vostra difficultà                   dalla quiete passa
          consiste  in  quel  dover  passare  in  un  tempo,  ed
                                                                                 per tutti i gradi
          anco brevissimo, per quelli infiniti gradi di tardità                  di velocità, senza
          precedenti  a  qual  si  sia  velocità  aquistata  dal
                                                                                 dimorare in alcuno.



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