Page 147 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 147
accomodar l’architettura alla fabbrica, e non
Aristotile accomoda
costruire la fabbrica conforme a i precetti
i precetti
dell’architettura: ché se io dirò che
d’architettura alla
nell’università della natura ci posson essere
fabbrica del mondo, e
mille movimenti circolari, ed in conseguenza
non la fabbrica a’
mille centri, vi saranno ancora mille moti in su
precetti.
e in giù. In oltre ei pone, come è detto, moti
semplici e moto misto, chiamando semplici il circolare ed il retto, e
misto il composto di questi; de i corpi naturali chiama altri semplici (cioè
quelli che hanno principio naturale al moto semplice), ed altri composti;
ed i moti semplici gli attribuisce a’ corpi semplici, ed a’ composti il
composto: ma pel moto composto e’ non intende più il misto di retto e
circolare, che può essere al mondo, ma introduce un moto misto tanto
impossibile, quanto è impossibile a mescolare movimenti opposti fatti
nella medesima linea retta, sì che da essi ne nasca un moto che sia parte
in su e parte in giù; e per moderare una tanta sconvenevolezza e
impossibilità, si riduce a dire che tali corpi misti si muovono secondo la
parte semplice predominante; che finalmente necessita altrui a dire che
anco il moto fatto per la medesima linea retta è Moto retto tal volta
alle volte semplice e tal ora anche composto, sì
semplice, e tal volta
che la semplicità del moto non si attende più
11 misto, per Aristotile.
dalla semplicità della linea solamente.
SIMP. Oh non vi par ella differenza bastevole se il movimento semplice
ed assoluto sarà più veloce assai di quello che vien dal predominio? e
quanto vien più velocemente all’ingiù un pezzo di terra pura, che un
pezzuol di legno?
SAGR. Bene, Sig. Simplicio: ma se la semplicità si ha da mutar per
questo, oltre che ci saranno centomila moti misti, voi non mi saprete
determinare il semplice; anzi, di più, se la maggiore e minor velocità
possono alterar la semplicità del moto, nessun corpo semplice si moverà
mai di moto semplice, avvengaché in tutti i moti retti naturali la velocità
12
si va sempre agumentando, ed in conseguenza sempre mutando la
semplicità, la quale, per esser semplicità, conviene che sia immutabile; e,
quel che più importa, voi graverete Aristotile d’una nuova nota, come
quello che nella definizione del moto composto non ha fatto menzione di
tardità né di velocità, la quale ora voi ponete per articolo necessario ed
essenziale. Aggiugnesi che né anco potrete da cotal regola trar frutto
147