Page 142 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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medesimo senato, schernite.
SIMP. Io non voglio esser nel numero de’ troppo curiosi de’ misterii de’
Pittagorici: ma stando nel proposito nostro, replico che le ragioni
prodotte da Aristotile per provare, le dimensioni non esser, né poter
esser, più di tre, mi paiono concludenti; e credo che quando ci fusse stata
dimostrazione più necessaria, Aristotile non l’avrebbe lasciata in dietro.
SAGR. Aggiugnetevi almanco, se l’avesse saputa, o se la gli fusse
sovvenuta. Ma voi, Sig. Salviati,, mi farete ben gran piacere di
arrecarmene qualche evidente ragione, se alcuna ne avete così chiara,
che possa esser compresa da me.
SALV. Anzi, e da voi e dal Sig. Simplicio
Dimostrazione
geometrica della trina ancora; e non pur compresa, ma di già anche
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dimensione. saputa, se ben forse non avvertita. E per più
facile intelligenza piglieremo carta e penna, che
già veggio qui per simili occorrenze apparecchiate, e ne faremo un poco
di figura. E prima noteremo questi due punti A, B, e tirate dall’uno
all’altro le linee curve ACB, ADB e la retta AB, vi domando qual di esse
nella mente vostra è quella che determina la distanza tra i termini A, B, e
perché.
SAGR. Io direi la retta, e non le curve; sì perché la retta è la più breve; sì
perché l’è una, sola e determinata, dove le altre sono infinite, ineguali e
più lunghe, e la determinazione mi pare che si deva prendere da quel che
è uno e certo.
SALV. Noi dunque aviamo la linea retta per determinatrice della
lunghezza tra due termini: aggiunghiamo adesso un’altra linea retta e
parallela alla AB, la quale sia CD, sì che tra esse resti frapposta una
superficie, della quale io vorrei che voi mi assegnaste la larghezza. Però
partendovi dal termine A, ditemi dove e come voi volete andare a
terminare nella linea CD per assegnarmi la larghezza tra esse linee
compresa; dico se voi la determinerete secondo la quantità della curva
AE, o pur della retta AF, o pure…
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