Page 140 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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perfetto, perché tre, avendole egli, le ha tutte, ed avendo il
ha la trina dimensione. tutto, è perfetto. Che poi, venendo dalla
semplice lunghezza costituita quella
magnitudine che si chiama linea, aggiunta la larghezza si costituisca la
superficie, e sopragiunta l’altezza o profondità ne risulti il corpo, e che
doppo queste tre dimensioni non si dia passaggio ad altra, sì che in
queste tre sole si termini l’integrità e per così dire la totalità, averei ben
desiderato che da Aristotile mi fusse stato dimostrato con necessità, e
massime potendosi ciò esequire assai chiaro e speditamente.
SIMP. Mancano le dimostrazioni bellissime
Dimostrazioni
nel 2°, 3° e 4° testo, doppo la definizione del d’Aristotile per provare,
continuo? Non avete, primieramente, che
le dimensioni
oltre alle tre dimensioni non ve n’è altra,
perché il tre è ogni cosa, e ’l tre è per tutte le essere tre e non più.
bande? e ciò non vien egli confermato con l’autorità e dottrina de i
Pittagorici, che dicono che tutte le cose son determinate da tre, principio,
mezo e fine, che è il numero del tutto? E dove lasciate voi l’altra ragione,
cioè che, quasi per legge naturale, cotal numero si usa ne’ sacrifizi degli
Dei? e che, dettante pur così la natura, alle cose che son tre, e non a
meno, attribuiscono il titolo di tutte? perché di due si dice amendue, e
non si dice tutte; ma di tre, sì bene. E tutta questa dottrina l’avete nel
testo 2°. Nel 3° poi, ad pleniorem scientiam, si legge che l’ogni cosa, il
tutto, e ’l perfetto, formalmente son l’istesso; e che Numero ternario
però solo il corpo tra le grandezze è perfetto,
celebre appresso i
perché esso solo è determinato da 3, che è il tutto,
ed essendo divisibile in tre modi, è divisibile per Pitagorici.
tutti i versi: ma dell’altre, chi è divisibile in un modo, e chi in dua,
perché secondo il numero che gli è toccato, così hanno la divisione e la
continuità; e così quella è continua per un verso, questa per due, ma
quello, cioè il corpo, per tutti. Di più nel testo 4°, doppo alcune altre
dottrine, non prov’egli l’istesso con un’altra dimostrazione, cioè che non
si facendo trapasso se non secondo qualche mancamento (e così dalla
linea si passa alla superficie, perché la linea è manchevole di larghezza),
ed essendo impossibile che il perfetto manchi, essendo egli per tutte le
bande, però non si può passare dal corpo ad altra magnitudine? Or da
tutti questi luoghi non vi par egli a sufficienza provato, com’oltre alle tre
dimensioni, lunghezza, larghezza e profondità, non si dà transito ad altra,
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