Page 144 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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prima misura, cioè della lunghezza, bisognerà per necessità che quella
che dee definir la larghezza si parta ad angolo retto sopra la prima, e che
quella che ha da notar l’altezza, che è la terza dimensione, partendo dal
medesimo punto formi, pur con le altre due, angoli non obliqui, ma retti:
e così dalle tre perpendicolari avrete, come da tre linee une e certe e
brevissime, determinate le tre dimensioni, AB lunghezza, AC larghezza,
AD altezza. E perché chiara cosa è, che al medesimo punto non può
concorrere altra linea che con quelle faccia angoli retti, e le dimensioni
dalle sole linee rette che tra di loro fanno angoli retti deono esser
determinate, adunque le dimensioni non sono più che 3; e chi ha le 3 le
ha tutte, e chi le ha tutte è divisibile per tutti i versi, e chi è tale è
perfetto, etc.
SIMP. E chi lo dice che non si possan tirare altre linee? e perché non
poss’io far venir di sotto un’altra linea sino al punto A, che sia a squadra
con l’altre?
SALV. Voi non potete sicuramente ad un istesso punto far concorrere
altro che tre linee rette sole, che fra di loro costituiscano angoli retti.
SAGR. Sì, perché quella che vuol dire il Sig. Simplicio par a me che
sarebbe l’istessa DA prolungata in giù: ed in questo modo si potrebbe
tirarne altre due, ma sarebbero le medesime prime tre, non differenti in
altro, che dove ora si toccano solamente, all’ora si segherebbero, ma non
apporterebbero nuove dimensioni.
SIMP. Io non dirò che questa vostra ragione non
Nelle prove naturali
possa esser concludente, ma dirò bene con
non si deve ricercar
Aristotile che nelle cose naturali non si deve
l’esattezza
sempre ricercare una necessità di dimostrazion
8 geometrica.
matematica.
SAGR. Sì, forse, dove la non si può avere; ma se qui ella ci è, perché non
la volete voi usare? Ma sarà bene non ispender più parole in questo
particolare, perché io credo che il Sig. Salviati, ad Aristotile ed a voi
senza altre dimostrazioni avrebbe conceduto, il mondo esser corpo, ed
esser perfetto e perfettissimo, come opera massima di Dio.
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