Page 146 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 146
SALV. Io molto volentieri mi fermerò, perché corro ancor io simil
fortuna, e sto di punto in punto per perdermi, mentre mi conviene
veleggiar tra scogli ed onde così rotte, che mi fanno, come si dice, perder
la bussola: però, prima che far maggior cumulo, proponete le vostre
difficultà.
SAGR. Voi, insieme con Aristotile, da principio
Definizion della
mi separaste alquanto dal mondo sensibile per
natura o difettosa, o
additarmi l’architettura con la quale egli doveva
fuor di tempo indotta
esser fabbricato, e con mio gusto mi cominciaste
a dire che il corpo naturale è per natura mobile, da Aristotile.
10
essendo che si è diffinito altrove, la natura esser principio di moto. Qui
mi nacque un poco di dubbio; e fu, per qual cagione Aristotile non disse
che de’ corpi naturali alcuni sono mobili per natura ed altri immobili,
avvengaché nella definizione vien detto, la natura esser principio di moto
e di quiete; che se i corpi naturali hanno tutti principio di movimento, o
non occorreva metter la quiete nella definizione della natura, o non
occorreva indur tal definizione in questo luogo. Quanto poi al
dichiararmi, quali egli intenda esser i movimenti semplici e come ei gli
determina da gli spazi, chiamando semplici quelli che si fanno per linee
semplici, che tali sono la circolare e la retta solamente, lo ricevo
quietamente, né mi curo di sottilizargli l’instanza della elica intorno al
cilindro, che, per esser in ogni sua parte simile a sé Elica intorno al
stessa, par che si potesse annoverar tra le linee
cilindro può dirsi
semplici. Ma mi risento bene alquanto nel sentirlo
ristrignere (mentre par che con altre parole voglia linea semplice.
replicar le medesime definizioni) a chiamare quello, movimento intorno
al mezo, e questo, sursum et deorsum, cioè in su e in giù; li quali termini
non si usano fuori del mondo fabbricato, ma lo suppongono non pur
fabbricato, ma di già abitato da noi. Che se il moto retto è semplice per
la semplicità della linea retta, e se il moto semplice è naturale, sia pur
egli fatto per qualsivoglia verso, dico in su, in giù, innanzi, in dietro, a
destra ed a sinistra, e se altra differenza si può immaginare, purché sia
retto, dovrà convenire a qualche corpo naturale semplice; o se no, la
supposizione d’Aristotile è manchevole. Vedesi in oltre che Aristotile
accenna, un solo esser al mondo il moto circolare, ed in conseguenza un
solo centro, al quale solo si riferiscano i movimenti retti in su e in giù;
tutti indizi che egli ha mira di cambiarci le carte in mano, e di volere
146