Page 150 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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termine ond’ei si partì e da tutti i luoghi per i quali successivamente ei va
          passando; e se tal moto naturalmente se gli conviene, adunque egli da

          principio non era nel luogo suo naturale, e però non erano le parti del
          mondo con ordine perfetto disposte: ma noi supponghiamo, quelle esser

          perfettamente ordinate: adunque, come tali, è impossibile che abbiano da
          natura di mutar luogo, ed in conseguenza di muoversi di moto retto. In

          oltre,  essendo  il  moto  retto  di  sua  natura  infinito,  perché  infinita  e
          indeterminata è la linea retta, è impossibile che mobile alcuno abbia da

          natura  principio  di  muoversi  per  linea  retta,                 Moto retto di sua
          cioè verso dove è impossibile di arrivare, non
                                                                              natura infinito.
          vi essendo termine prefinito; e la natura, come                     Moto retto impossibile

          ben dice Aristotile medesmo, non intraprende a
                                                                              per natura.
          fare  quello  che  non  può  esser  fatto,  né

          intraprende a muovere dove è impossibile a pervenire. E se pur alcuno
          dicesse, che se bene la linea retta, ed in conseguenza il moto per essa, è
          produttibile in infinito, cioè interminato, tuttavia però la natura, per così

          dire,  arbitrariamente  gli  ha  assegnati  alcuni  termini  e  dato  naturali
          instinti  a’  suoi  corpi  naturali  di  muoversi  a
                                                                            Natura non intraprende
          quelli, io risponderò che ciò per avventura si                    a fare quello
          potrebbe favoleggiare che fusse avvenuto del
                                                                            che è impossibile
          primo        caos,       dove        confusamente            ed
          inordinatamente  andavano  indistinte  materie                    a esser fatto.

          vagando,  per  le  quali  ordinare  la  natura  molto  acconciamente  si  fusse
          servita  de  i  movimenti  retti,  i  quali,  sì  come  movendo  i  corpi  ben
          costituiti gli disordinano, così sono acconci a ben ordinare i pravamente

          disposti; ma dopo l’ottima distribuzione e collocazione è impossibile che
          in loro resti naturale inclinazione di più muoversi                     Moto retto forse nel

          di moto retto, dal quale ora solo ne seguirebbe il
                                                                                  primo caos.
          rimuoversi  dal  proprio  e  natural  luogo,  cioè  il

          disordinarsi.  Possiamo  dunque  dire,  il  moto  retto  servire  a  condur  le
          materie per fabbricar l’opera, ma fabbricata ch’ell’è, o restare immobile,
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          o, se mobile, muoversi solo circolarmente; se pero noi non volessimo
          dir  con  Platone,  che  anco  i  corpi  mondani,
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                                              dopo  l’essere  stati
            Corpi mondani                                                    a ordinar i
                                              fabbricati e del tutto
            mossi da principio di                                            corpi mal ordinati.
            moto retto e poi                  stabiliti,  furon  per
                                              alcun  tempo  dal  suo  Fattore  mossi  di  moto
            circolarmente, secondo



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