Page 83 - La filosofia come esercizio spirituale.
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Giorni o ne l’Iliade e l’Odissea) né in un contesto iniziatico-religioso come

               nei Misteri di Eleusi e nei Misteri Orfici. Sarà Socrate poi a sviluppare in
               senso filosofico questa intuizione, ma di lui si tratterà in seguito.
                  Per  quanto  riguarda  i  Sette  Sapienti,  un  elenco  tramandatoci  è  quello  di

               Platone  199  che annovera Talete, Pittaco, Biante, Solone, Cleobulo, Misone e
               Chilone.  Per  quanto  concerne  i  loro  detti,  la  raccolta  più  completa,  benché

               risalente  al  V  secolo  d.  C.,  è  quella  dello  storico  Stobeo,  che  rispetto  a
               Platone inserisce Periandro al posto di Misone          200 .
                  Nonostante la diversa provenienza dei Sette Sapienti, si può scorgere dai

               loro  detti  una  certa  unitarietà  di  fondo;  l’interesse  principale  è  quello  di
               delineare condotte etiche pratiche e semplici ma efficaci, da attuare nella vita
               di tutti i giorni. La forma lapidaria della sentenza è funzionale a tale scopo, più

               di  quanto  potrebbe  esserlo  un  discorso  filosofico.  Essa  permette  di  andare
               dritta al punto e di fissarsi subito nella mente del destinatario, che non faceva
               parte di una élite colta bensì della comunità di cittadini “comuni”, con i più
               diversi gradi di istruzione.

                  Il  primo  monito  più  ricorrente,  che  assumerà  poi  un  ruolo  di  primaria
               importanza  nella  filosofia  socratica,  è  il  celebre:  «conosci  te  stesso»,

               attribuito  sia  a  Chilone  201   sia,  in  forma  diversa,  a  Talete  («Incominciando,
               adorna te stesso»)      202   e  a  Biante  («Guardati  allo  specchio»)    203 .  Vi  è  poi  il
               richiamo alla metriopatheia, l’esortazione alla continenza e alla giusta misura
               nelle  azioni  e  nelle  passioni,  che  sarà  un  concetto  cardine  di  molte  scuole

               filosofiche successive come l’Epicureismo, e che può riassumersi nei detti di
               Solone: «nulla di troppo»       204  e «fuggi il piacere che produce dolore»         205 , ma

               che  ricorre  anche  in  Talete  («L’intemperanza  è  una  cosa  dannosa»)                206 ,
               Pittaco  («Coltiva  [...]  la  temperanza  [...]»)      207   e  Periandro  («Quando  hai
               fortuna sii moderato, quando hai sfortuna sii saggio»)             208 .

                  In  ultimo,  di  fianco  alle  molte  considerazioni  intorno  all’amicizia,  al
               matrimonio, alla gestione della casa, al rispetto dei genitori e, in generale, agli

               elementi  di  vita  quotidiana  da  regolare  in  maniera  adeguata  per  mantenere
               l’armonia all’interno della polis, è importante sottolineare il costante richiamo
               a un filo conduttore che lega i brevi insegnamenti dei Sette Sapienti sia alla
               cultura Misterica sia a quella filosofica: la Sapienza.
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