Page 81 - La filosofia come esercizio spirituale.
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In tale prospettiva, il corpo incarna l’essenza titanica e serba in sé l’antica
colpa da espiare dello smembramento di Dionisio; utilizzando le parole di
Platone:
«Alcuni affermano che il corpo sia tomba dell’anima, come se essa vi sia sepolta in questo
momento presente; [...]. Tuttavia mi sembra che ad attribuire questo nome siano stati soprattutto i
discepoli di Orfeo, come se l’anima pagasse per le colpe che deve espiare e fosse circondata da
questo corpo, immagine di una prigione, a sua salvaguardia. E dunque questo, come dice il nome, è
“salvaguardia” finché essa non abbia saldato il suo debito, e non c’è da cambiare nulla, neanche
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una lettera.»
Compito dell’uomo dev’essere quello di espiare la colpa pregressa,
ereditata dal suo corpo di matrice titanica, e può farlo soltanto tramite la
condotta etica ascetica prospettata dall’ orphikòs bíos. A ricompensare o
punire il comportamento dell’uomo dopo la morte vi è infatti la dea Dike che,
esattamente come il karma indù, distribuisce in maniera imparziale premi e
punizioni:
«E tra tutti costoro chi avrà vissuto nella giustizia otterrà una sorte migliore, chi contro giustizia una
peggiore. E nessuna anima fa ritorno al luogo da cui è venuta prima di diecimila anni – non mette le
ali prima di tutto questo tempo – fuorché abbia filosofato senza frode o abbia amato secondo
filosofia: queste anime, una volta compiuto il terzo giro di mille anni [...] riprenderanno le ali al
tremillesimo anno e risalgono. Le altre [...] vanno a giudizio, e dopo essere state giudicate, le une
vanno nelle carceri di sotto terra e scontano la pena, le altre, liberate da Dike in qualche regione
del cielo, vi trascorrono una vita degna di quella che hanno vissuto in una forma umana.» 195
Viene così introdotto il concetto fondamentale di metempsicosi, il ciclo
perpetuo di nascite e morti a cui la propria anima è destinata in base al
comportamento adottato in vita, il cui fine è il ritorno al grembo originario del
Dio:
«Dionisio è causa di liberazione: perciò il dio è anche il Liberatore [...] e gli uomini perfette
ecatombi invieranno in processione in ogni stagione dell’anno, e compiranno riti iniziatici anelando
alla liberazione da progenitori sacrileghi: ma tu, che domini su di essi, libererai quelli che desideri da
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tormentosi affanni e dall’assillo senza fine.»
O, come riporta una lamina orfica in maniera ancora più esplicita:
«Ma non appena l’anima lascia la luce del sole, / vai dritto a destra, tu che hai tenuto bene in mente
ogni cosa. / Gioisci, tu che hai sofferto la passione: / questo prima non lo avevi patito. / Da uomo
sei nato dio: agnello cadesti nel latte. / Gioisci, gioisci tu che vai per la via di destra / verso le sacre
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praterie e i boschi di Persefone.»