Page 77 - La filosofia come esercizio spirituale.
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«Il segreto iniziatico è un metodo per creare una vissutezza conoscitiva a circuito chiuso, una sorta
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                   di alambicco per un’alchimia interiore in cui l’insegnamento viene “spartito nelle viscere”.  »


                  Tali Misteri serbano il segreto di una condotta di vita che permette all’uomo
               di conquistare la felicità, sia in questa vita sia in quella successiva, così come,
               con la nascita della Filosofia, l’esercizio filosofico permetterà al filosofo di
               raggiungere  uno  stato  di  tranquillità  interiore  derivante  da  una  Sapienza

               superiore. Il mito di Demetra è una rappresentazione simbolica del processo
               iniziatico;  il  dolore  della  Dea  è  il  primo  passo  del  percorso  spirituale  che
               coincide  con  la  notte  oscura  dell’anima,  metafora  della  condizione  di
               ignoranza dell’uomo prima della purificazione e della visione della Saggezza.

               Essa è la cosiddetta katábasis, la discesa negli inferi, archetipo ricorrente in
               tutte  le  principali  religioni  di  cui  l’esempio  più  famoso,  nella  cultura
               occidentale,  è  forse  la  Commedia  di  Dante.  Nel  culto  di  Eleusi,  la  discesa

               coincideva  con  i  cosiddetti  Piccoli  Misteri,  celebrati  in  primavera             172   e
               riservati  ai  novizi  e  preparatori  alle  rivelazioni  successive.  Essi
               comprendevano  una  fase  di  purificazione  da  attuare  con  il  digiuno  e  con  il
               divieto di lavarsi, esattamente come nel mito di Demetra. Seguivano i Grandi
               Misteri, l’ascesa verso la luce alla quale si può tendere soltanto dopo aver

               attraversato gli inferi. In questa fase, dopo una processione solenne su una via
               sacra  che  andava  da  Eleusi  ad  Atene  e  viceversa         173 ,  gli  iniziati  venivano

               accolti in una sala segreta di circa tremila metri quadri circondata da mura, in
               cui un’infrazione senza permesso sarebbe potuta costare la morte. Qui, stando
               alle parole di Aristotele:


                   «Gli  iniziati  non  devono  apprendere  qualcosa,  ma  sentire  un’emozione  ed  essere  in  una  certa
                                                                                     174
                   disposizione d’animo, chiaramente poiché sono divenuti adeguati a questo.»


                  L’intero processo di iniziazione raggiungeva il suo culmine; in uno stato di
               coscienza alterato dalla purificazione e dal digiuno, dalla fatica della lunga
               processione e dall’adrenalina della manifestazione di gruppo, non ultimo dalle
               bevande  psicotrope  come  il  ciceone,  l’iniziato  assisteva  a  una
               rappresentazione  del  mito  di  Demetra  di  forte  coinvolgimento  emotivo  e

               gestuale, con una identificazione totale con i travagli della Dea. Riportando
               una testimonianza di Plutarco:
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