Page 72 - La filosofia come esercizio spirituale.
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propria vita mediante l’accurata e minuziosa analisi dei suoi pensieri e delle

               sue  azioni.  159   Utilizzando  un’espressione  di  Achenbach,  non  si  tratta  di
               filosofare  sul  concreto,  ma  di  partire  dal  concreto  per  filosofare,  rendendo
               così la filosofia qualcosa di vivo e strettamente connesso alla vita quotidiana.

                  In tale prospettiva, la filosofia riacquista il senso antico di “pratica della
               libertà” attraverso la quale l’uomo, inserito in un contesto sociale di disagio,

               può riacquistare la propria emancipazione interiore. A tal proposito Rovatti
               cita Focault e la sua concezione della filosofia come prendersi cura di sé e
               degli  altri,  una  “politica  della  soggettività”  che  non  consiste  in  un  astratto
               “sapere  categoriale”  ma  in  un  “saper  fare”  attraverso  una  pratica  e  un
               esercizio interiore volti a conquistare il governo di sé, per non consegnare il

               dominio sul proprio corpo e sulla propria psyché a terzi.           160

                  Vi è dunque, da questo punto di vista, una stretta correlazione tra la filosofia
               antica  così  come  riletta  da  Hadot  e  la  pratica  della  consulenza  filosofica,
               anche se, in generale, la filosofia non può (e non deve) essere ridotta a essa,
               così come il filosofo non può (e non deve) essere ridotto a consulente.

                  Senz’altro però tale prospettiva ha il merito di riuscire a ricreare un nesso
               concreto tra filosofia e realtà sociale, aprendo nuove prospettive al ruolo che
               il filosofo potrebbe occupare nel contesto contemporaneo.

                  Per ora la consulenza filosofica avanza con fatica e difficilmente riesce a
               ritagliarsi  il  proprio  spazio,  rimanendo  relegata  alla  discussione  teorica,
               portata avanti in Italia soprattutto da Neri Pollastri, Aldo Rovatti e Umberto

               Galimberti e, a livello internazionale, oltre al già citato Achenbach, da Peter
               Raabe e Ran Lahav. Come la psicologia delle origini, essa è vittima di molti
               pregiudizi che ne ostacolano il percorso, legati alla difficoltà di definire con

               precisione un metodo di procedura della consulenza filosofica e all’opinione
               comune dell’inutilità della filosofia nei confronti della vita pratica. Ciò non
               toglie che il numero di persone che si rivolgono al mondo del counseling sia
               costantemente in aumento, così come è in crescita la richiesta e la conseguente
               pubblicazioni (più o meno valide) di testi motivazionali che promettono fama,

               ricchezza, felicità e il segreto del successo nel lavoro.
                  Tale  fenomeno  è  sintomatico  di  una  società  in  cui  l’individuo  si  sente

               inappagato e nella quale fa fatica a destreggiarsi, cercando così l’appiglio di
               terzi in grado di mostrare la giusta via da seguire. Il problema principale è che
               il mondo del counseling così come il mondo delle pubblicazioni motivazionali
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