Page 75 - La filosofia come esercizio spirituale.
P. 75
realtà, bensì volta a determinare precise norme etiche che si intrecciano
indissolubilmente con la vita.
Sotteso a una visione del mondo prevalentemente pessimistica vi è il
desiderio di conquistare, tramite la Sapienza, una perfezione morale e
spirituale che permetta all’uomo di vivere con serenità il tempo che gli è
concesso dagli dei. Lo stesso carattere etico lo avrà la tradizione successiva a
quella misterica, la tradizione dei Sette Sapienti, le cui sentenze sono lapidarie
indicazioni di vita alle quali aggrapparsi per affrontare il fato a cui siamo
destinati. In entrambi i casi, il filo conduttore che contraddistingue la vera
Sapienza è il medesimo: essa è la norma a cui l’uomo deve attenersi se vuole
vivere bene in questa terra dominata dalla morte.
Le cose non cambieranno con l’avvento della Filosofia vera e propria, che
offrirà soltanto mezzi differenti – quelli logico-razionali – per giungere al
medesimo risultato. Si avrà così il fiorire di diverse scuole di vita, ognuna con
il proprio insegnamento etico, che da una visione complessiva del mondo
delineano, di conseguenza, il posto che l’uomo deve occupare in esso e la
condotta di vita che deve adottare per raggiungere l’eudaimonia, la felicità.
Benché Hadot trascuri questo aspetto, seguendo l’interpretazione che
Giovanni Reale 163 e ancora di Più Giorgio Colli 164 e Angelo Tonelli 165 danno
della cultura della Grecia arcaica, ritengo necessario soffermarsi sulla cultura
Sapienziale dei Misteri Orfici e di Eleusi e dei Sette Sapienti per
comprendere a fondo il significato degli esercizi spirituali e della meta che
intendevano raggiungere. Difatti, è proprio in questo periodo che vengono
introdotti, seppur in maniera frammentaria e a-razionale, concetti teoretici e
norme di vita che assumeranno un ruolo preminente nella cultura filosofica
greca.
Misteri di Eleusi
La testimonianza più antica dei Misteri di Eleusi è l’Inno a Demetra 166 , un
antico inno omerico risalente al XV secolo a.C. il cui tema centrale è quello
della katábasis, la discesa agli inferi che fa da preludio all’ascesa verso la
luce (anábasis). Protagonista dell’inno è infatti la dea Demetra, la Dea Terra
Madre personificazione del sottosuolo oscuro, delle forze telluriche e del
grembo originario. Nel mito, la Dea è costretta a subire la perdita della figlia