Page 66 - La filosofia come esercizio spirituale.
P. 66

modo riusciva facilitato, nonostante il duro sforzo che comportava seguire le

               regole della scuola (anzi, proprio grazie ad esse).
                  Al contrario


                   «Oggi  non  ci  sono  più  scuole,  non  ci  sono  più  dogmi.  Il  filosofo  è  solo.  Come  troverà  il  suo
                   cammino?» 149


                  Proprio questa solitudine è uno dei tratti distintivi del filosofo nella nostra
               epoca. Egli percepisce la propria preparazione come estranea al mondo. Come
               scrive  Achenbach     150 ,  in  passato  si  professava  senza  vergogna  (anzi,  con

               ammirazione e orgoglio) di essere filosofi, mentre al giorno d’oggi il filosofo
               si  nasconde,  quasi  avesse  vergogna  di  tale  epiteto.  Al  più  rivela  di  essere
               “professore di filosofia”, senza però andare oltre.

                  A tale vergogna è legata la risposta al secondo quesito posto in precedenza,
               nonché alla domanda chi è il filosofo?

                  Da un lato, l’imbarazzo sembra essere legato all’errata consapevolezza che
               con la laurea in filosofia non si raggiunga alcuna qualificazione pratica, civile
               o professionale, che permetta di immergersi immediatamente nella realtà che,
               nella  nostra  epoca,  assume  un  ruolo  di  primaria  importanza:  la  realtà

               lavorativa.
                  Tuttavia,  questa  considerazione  nasce  a  un  errore  concettuale  che  spesso
               sono  gli  stessi  filosofi  a  diffondere  e  che,  rifacendosi  alla  distinzione  di

               Hadot, consiste nel separare il discorso filosofico dalla vita filosofica. Finché
               si continuerà a tramandare lo iato tra le due realtà e il “fare filosofia” verrà
               considerato come la costruzione teorica astratta di sistemi filosofici, allora la

               vergogna nel professarsi “filosofo” potrà anche essere giustificata, poiché il
               mero  interesse  storiografico  prepara  soltanto  a  una  carriera  all’interno  del
               mondo  universitario,  mentre  all’esterno  di  esso  risulta  poco  spendibile.  Ma
               nel momento in cui il discorso filosofico si trasforma in “preparazione alla
               vita” o in “esercizio ad affrontare la vita”, così come nell’età antica, allora è

               profondamente errato ritenere che la filosofia non sia in grado di formare ad
               alcun mestiere, poiché forma al mestiere più importante di tutti: il mestiere di
               uomo. E quando ci si comincia ad esercitare all’essere uomini, a vivere cioè

               seguendo  determinate  regole  di  vita,  senza  lasciarsi  trascinare  né
               dall’imperativo della massa né dai propri istinti ciechi, tenendo ben salde le
               redini  della  propria  esistenza,  allora  senza  remore  si  potrà  reclamare  il
   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70   71