Page 55 - La filosofia come esercizio spirituale.
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Un fatto significativo secondo Hadot, poiché
«[...] mostra che, se il cristianesimo poteva essere assimilato a una filosofia, era precisamente
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perché la filosofia stessa era innanzitutto un modo di essere.»
Un processo di assimilazione che proseguirà nei secoli a seguire, soprattutto
per opera di Agostino d’Ippona, il quale sosterrà che platonismo e
cristianesimo giungano essenzialmente alla medesima verità ma per vie
diverse, e che si radicherà tramite la vita nelle istituzioni monastiche.
Hadot rileva infatti molti esercizi spirituali praticati dai filosofi antichi
anche nelle pagine dei monaci cristiani e proprio questa continuità permette ai
cristiani di identificare il vertice della vita filosofica (votata interamente alla
philo-sophia) nella vita monastica e, in linea di massima, Hadot rileva una
stretta comunanza tra questo tipo di pratiche e quelle della filosofia antica,
ritenendo (come si vedrà in seguito) che la spaccatura principale tra discorso
filosofico e condotta di vita avverrà soprattutto con la nascita e il diffondersi
delle prime università. Difatti, secondo il filosofo francese vi sono molti
aspetti in comune tra la vita filosofica e quella monastica, come la
conversione, la trasformazione del proprio stile di vita, l’adottare una vita
comunitaria sotto la guida del maestro, il perpetuo esame della propria
coscienza e la pratica di alcune forme di ascetismo.
Occorre però domandarsi se lo spirito con cui venivano praticati gli
esercizi filosofici dai monaci cristiani fosse effettivamente così simile a
quello dei pensatori antichi, o se l’assimilazione all’interno della dottrina
religiosa non abbia portato tali pratiche a perdere il loro reale significato.
Hadot accenna al fatto che l’assimilazione di tali esercizi avvenne pur
sempre nella più vasta ottica cristiana, che presupponeva l’intervento della
grazia divina, la rinuncia della propria volontà che si tramutava nell’assoluta
obbedienza negli ordini dei superiori, l’ascesi e l’esercizio della morte che si
identificavano con la partecipazione alla sofferenza e alla crocifissione di
Cristo. 130 Elementi che il filosofo francese cita in maniera sbrigativa e sui
quali non si sofferma, ma che sarebbe meglio approfondire poiché non si
trattano di differenze di poco conto.
In primo luogo, occorre tenere presente che, mentre gli esercizi spirituali
praticati dai filosofi antichi possiedono una forte tensione nei confronti del
presente e della vita terrena, le pratiche spirituali cristiane volgono lo sguardo