Page 41 - La filosofia come esercizio spirituale.
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dall’importanza attribuita all’amicizia da parte degli epicurei.

                  Come ben riassume Hadot in una frase dell’intervista:


                   «Si trova la propria felicità facendo bene agli altri, perché facendo il bene altrui si fa bene a se
                   stessi.» 86


                  Inoltre  è  la  natura  stessa  dei  luoghi  della  pratica  filosofica  e  di  ulteriori
               esercizi spirituali a dimostrare l’interesse nei confronti della collettività.
                  Innanzitutto,  come  mostra  il  filosofo  francese  in  Che  cos’è  la  filosofia

               antica?, la pratica filosofica non era mai qualcosa di esclusivamente privato,
               per due motivi.

                  In primo luogo perché essa si sviluppava all’interno delle scuole, vere e
               proprie  comunità  dove  i  filosofi  convivevano  e  di  cui  si  è  già  parlato  in
               precedenza. Ciò comportava un rispetto reciproco tra i membri che favoriva
               un costante rapporto dialettico, decisamente fecondo per la pratica filosofica.

                  Proprio questo tipo di dialogo è uno degli esercizi spirituali che il filosofo
               era tenuto a compiere in rapporto con qualcun altro. Una pratica delimitata da
               regole ben precise, per distinguerlo dalla mera discussione sofistica fine a se

               stessa.
                  Scopo  dell’esercizio  spirituale  del  dialogo  era  quello  di  raggiungere  la
               verità mediante la tensione dialettica tra due posizioni opposte; l’interesse dei

               singoli  filosofi  non  doveva  essere  quello  di  prevaricare  sull’altro,  bensì  di
               collaborare per raggiungere la meta comune.

                  Come scrive Hadot in Che cos’è la filosofia antica?:

                   «Si  tratta  di  un  esercizio  spirituale  che  esige  da  parte  degli  interlocutori  un’ascesi,  una
                   trasformazione di se stessi [...] uno sforzo condotto insieme da due interlocutori per giungere a un
                   accordo con le esigenze razionali del discorso sensato, del logos.» 87


                  Si  tratta  di  scongiurare  il  pericolo  maggiore,  quello  della  deriva  del
               discorso  filosofico  in  discorso  sofistico,  di  cui  si  è  già  trattato  nel  primo
               capitolo. Ma anche di comprendere chi è aperto a questa modalità di dialogo,

               per evitare dispute inutili e, da parte del maestro, di evitare toni saccenti nei
               confronti di chi non è ancora istruito Secondariamente, la filosofia non era una
               pratica  esclusivamente  privata  perché  il  suo  compito  era  proprio  quello  di
               varcare  i  confini  della  scuola,  aprendosi  così  al  resto  del  mondo.  Come
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