Page 36 - La filosofia come esercizio spirituale.
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Alcinoo, le Sentenze morali di Epicuro, il Manuale di Epitteto, che
presentano brevi summe dei punti cardini della scuola, spesso sotto forma di
frasi semplici e incisive. Caratteristica che, secondo Hadot, permetteva ai
novizi di memorizzare i dogmi principali per averli sempre sottomano in ogni
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circostanza della vita, in un continuo processo di meditazione .
Proprio nell’introduzione del Didascalico, ad esempio, è possibile leggere
una sintesi dell’ideale del saggio platonico che doveva fungere da esempio ai
nuovi scolari:
«Il filosofo trae il proprio nome per paronimia dalla filosofia, così come il musico dalla musica;
sicché, innanzitutto, egli deve essere amante della verità e in nessun modo disposto ad accogliere il
falso; inoltre, deve avere un’indole pacata rispetto alle passioni dell’anima [...] deve essere di libere
vedute [...] bisogna che egli sia predisposto per natura alla giustizia [...] alla verità, alla libertà e alla
temperanza, e che gli riesca facile apprendere e ricordare: anche queste sono caratteristiche
specifiche del filosofo. Queste buone doti naturali, se associate a una corretta formazione e a
un’adeguata educazione, rendono perfettamente idonei alla virtù; ma, se trascurate, divengono
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cause di grandi mali.»
Nei casi del cinismo e dello scetticismo, invece, non era sui testi che il
filosofo doveva concentrarsi ma sull’esempio del maestro, che prediligeva
tramandare i propri insegnamenti mediante l’azione piuttosto che con le
parole.
Chiari esempi sono gli aneddoti tramandati da Diogene Laerzio su Pirrone,
che vedendo il suo maestro cadere in una pozza di fango rimase impassibile,
oppure su Diogene che, non essendo ascoltato da nessuno durante un discorso
pubblico, si mise a cantare come un uccello, ottenendo così l’attenzione delle
persone intorno e dimostrando loro come fossero dedite ad ascoltare soltanto
cose senza importanza.
Il sapere trasmesso è teso al perfezionamento interiore del discepolo, il cui
obiettivo è l’ascesa a una dimensione di coscienza superiore, personificata
nella figura del saggio ideale, spesso fulcro del discorso filosofico nel quale
assume il ruolo di modello ideale a cui tendere. 69
Benché ogni scuola delinei il proprio ritratto del saggio ideale, ciò che
accumuna le visioni eterogenee sono la sua tranquillità interiore e l’assoluta
libertà da qualsiasi vincolo.
La virtù principale da coltivare per raggiungere le due condizioni, comune a
tutte le scuole, è il dominio di sé, aspetto su cui si concentrano molte pratiche