Page 33 - La filosofia come esercizio spirituale.
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«[...] rifiuto di attribuire alle cose quelle differenze di valore che esprimerebbero solo il punto di
vista parziale dell’individuo, nonché il disinteresse e l’indifferenza che conducono alla pace
interiore.» 59
Si tratta di una propensione spirituale nei confronti della vita che coinvolge
tutta l’esistenza, con il fine ultimo di
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«[...] conseguire la libertà interiore, lo stato in cui l’Io non dipende che da se stesso.»
Purtroppo non sono giunti fino a noi trattati che descrivano in maniera
sistematica tali esercizi e la loro applicazione.
La loro esistenza è però attestata da diverse testimonianze, ad esempio dagli
elenchi di opere stoiche di Diogene Laerzio, i quali comprendono diversi testi
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dal titolo Dell’esercizio , da due elenchi di esercizi tramandati da Filone di
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Alessandria ma, soprattutto, dalle molte allusioni presenti negli scritti di
epoca ellenistica e romana.
Sono proprio gli scritti di Epicuro, Cicerone, Seneca, Marco Aurelio ed
Epitteto la fonte principale che Hadot utilizza per mostrare l’esistenza di tali
esercizi, insieme alle poche testimonianze sullo scetticismo e il cinismo, a
dimostrazione del fatto, accennato in precedenza, che furono soltanto queste
scuole a dare una forma ben precisa a tali pratiche.
Sono esercizi eterogenei, influenzati dai principi della scuola di pensiero di
appartenenza ma che Hadot riconduce a due movimenti principali: di
concentrazione dell’io, uno stato di ripiegamento sulla propria interiorità, e di
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dilatazione dell’io, un’espansione dei limiti della propria prospettiva. Con il
primo movimento il filosofo si concentra su se stesso e ritrova in sé il sapere
autentico, con il secondo movimento il filosofo abbandona quest’io,
ampliandone i confini prima con la riscoperta dell’altro e poi inserendosi in
una prospettiva cosmica.
Nella presente trattazione, gli esercizi spirituali descritti da Hadot verranno
ricondotti a una trasformazione spirituale da attuare nei confronti di tre
principali piani di realtà.
Il primo è piano è quello della realtà personale, che comprende le azioni nei
confronti di se stessi. Si tratta degli esercizi che il filosofo è portato ad attuare
per assimilare i principi della scuola e plasmare, in base a essi, la propria
psyché.