Page 35 - La filosofia come esercizio spirituale.
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scelta della scuola filosofica a cui aderire.

                  Non era una scelta di poco conto poiché aderire a una scuola filosofica non
               significava solo frequentare dei corsi, bensì prepararsi ad adottare un stile di
               vita radicalmente diverso.

                  Come mette in luce Hadot in Che cos’è la filosofia antica?, nel caso del
               platonismo, dell’aristotelismo dello stoicismo e dell’epicureismo ciò poteva

               significare  l’adozione  di  una  vita  comunitaria  all’interno  di  una  struttura
               privata  a  disposizione  della  scuola.  È  quello  che  avveniva,  ad  esempio,
               nell’Accademia di Platone, nel Liceo di Aristotele, nel Portico di Zenone e nel
               Giardino di Epicuro.

                  Diversi, invece, sono i casi del cinismo e dello scetticismo, non trattandosi
               di vere e proprie scuole come quelle elencate in precedenza, ma correnti di

               pensiero in cui la “conversione” dipendeva da un rapporto personale con il
               maestro e con l’assunzione del suo stesso stile di vita.        64

                  Conseguentemente alla scelta, l’iniziato alla filosofia doveva cominciare a
                                                                                                     65
               dedicarsi, sin da subito, ai primi esercizi spirituali: la lettura e lo studio .
                  Si trattava di comprendere e memorizzare i dogmi principali della scuola,
               sia tramite una lettura profonda dei libri sia prestando attenzione alle parole
               dei maestri.

                  Bisogna  specificare  però  che  il  termine  “dogma”  non  è  da  intendersi  nel
               senso  religioso,  come  una  verità  rivelata  da  accettare  a  priori;  esso  deriva
               dalla parola greca dogmata, che designava un sistema di condotte di vita da

               praticare.
                  Stando alla definizione data da Hadot ne La  cittadella  interiore,  bisogna
               interpretare il dogma delle scuole filosofiche antiche come:


                   «[...]  un  principio  universale  che  fonda  e  giustifica  una  certa  condotta  pratica  e  che  si  può
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                   formulare in una o più proposizioni.»

                  A differenziare la lettura e lo studio da un semplice apprendimento teorico
               era  l’attenzione  costantemente  rivolta  all’applicazione  pratica  degli
               insegnamenti.

                  La  sophia  della  scuola  doveva  penetrare  nella  propria  vita  e  legarsi
               indissolubilmente  a  essa.  Esemplificativi  di  tale  atteggiamento  sono  alcuni

               testi  tramandati  dalle  diverse  tradizioni  filosofiche,  come  il  Didascalico  di
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