Page 31 - La filosofia come esercizio spirituale.
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bisogni  primari  e  che  consenta  al  saggio  di  svolgere  la  sua  attività

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               contemplativa in completa autosufficienza . Un’attività che, dunque, consente
               di  raggiungere  la  felicità,  ma  che  rispetto  agli  esercizi  spirituali  stoici,
               epicurei e cinici non presenta lo stesso legame con la vita quotidiana e non

               risulta  essere  alla  portata  di  tutti.  Lo  stato  interiore  conseguito
               dall’aristotelismo  non  è  raggiungibile  con  un  costante  esercizio  spirituale
               volto a modificare la propensione del filosofo nei confronti del mondo, ma è
               un  sapere  speculativo  che  si  ricerca  di  per  se  stesso  e  che  risulta  elitario

               proprio  per  la  peculiarità  di  poter  essere  praticato  solo  in  determinate
               circostanze. Lo stesso Aristotele esclude dal perseguimento della felicità, nel
               corso  della  trattazione,  chi  non  possiede  beni  materiali  a  sufficienza,  gli
               schiavi  e  chi  in  vita  ha  vissuto  sventure  come  quelle  di  Priamo,  mentre

               epicureismo, stoicismo e cinismo saranno comunemente concordi nel ritenere
               la  tranquillità  interiore  del  filosofo  alla  portata  di  chiunque  si  applichi  con
               costanza nella pratica filosofica, indipendentemente dalle condizioni di vita e
               dalle  sventure  che,  anzi,  diventano  un  strumento  per  mettere  alla  prova  la

               propria forza d’animo.
                  Per  quanto  concerne  lo  scetticismo,  occorrere  distinguere  i  pochi
               insegnamenti tramandatici di quello che è considerato il suo fondatore, ossia

               Pirrone,  e  quelli  di  filosofi  successivi  come  Sesto  Empirico.  Se
               nell’atteggiamento  del  primo,  votato  alla  totale  indifferenza,  si  può
               effettivamente  parlare  di  esercizio  spirituale  praticato  con  l’obiettivo  di

               conquistare  l’apatia  e  l’atarassia,  il  tardo  scetticismo  intavola  invece  un
               discorso filosofico sul discorso filosofico stesso, giungendo alla conclusione
               che non è possibile raggiungere alcuna verità e che l’unica scelta filosofica
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               possibile  è  il  silenzio.  Come  sottolinea  Hadot  in  La  filosofia  come  vita ,
               mentre  gli  autori  comici  stereotipavano  gli  atteggiamenti  stoici,  epicurei,
               platonici e cinici poiché, effettivamente, la loro condotta di vita era diversa
               rispetto  a  quella  dell’uomo  comune,  non  altrettanto  riuscivano  a  fare  con  il
               modo di vivere scettico perché non ne esisteva alcuno. Di fatti, come scrive

               anche  in  Che  cos’è  la  filosofia  antica?,  non  essendo  possibile  secondo  la
               filosofia scettica stabilire con certezza quale sia la verità, il filosofo è tenuto
               ad  adottare  le  leggi  della  città  così  come  sono,  poiché  tutte  ugualmente
               indifferenti.  Il  filosofo  scettico  aveva  dunque  uno  stile  di  vita  piuttosto

               conformista  e  ciò  risulta  contrastare  con  lo  spirito  stesso  degli  esercizi
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